Frane, lavori e un tir: paralisi sul lago di Como

Dalla Valsassina a Tremezzina, da Lecco a Como, strade interrotte e traffico paralizzato. Il caos nell’area più turistica della regione

L'intervento dei vigili del fuoco

L'intervento dei vigili del fuoco

Como -  I bambini del Lario lo imparano fin sui banchi di scuola, grazie alle filastrocche, che il loro lago ha “la forma di un uomo, una gamba a Lecco e quell’altra a Como“, ma ieri quell’omino stilizzato è rimasto letteralmente a piedi, tagliato fuori dal resto della Lombardia da a una serie di incidenti che hanno interrotto le vie principali. Un evento straordinario, ma neanche troppo perchè sul lago più bello del mondo la viabilità è da sempre un nervo scoperto.

Fatte le debite proporzioni una specie di Costiera Amalfitana calata nel cuore di una delle zone più ricche e densamente abitate d’Europa. E così ieri mattina a Lecco sul ponte Manzoni è bastato che un autotreno perdesse una parte del suo carico lungo la statale 36, che collega Milano con lo Spluga attraversando tutto il ramo lecchese del Lario, per causare a partire dalle 7 del mattino code che hanno raggiunto anche i dieci chilometri. Siccome i guai non vengono mai da soli, a metà mattina è stata chiusa anche la provinciale dell’Alta Valsassina, interrotta all’altezza del ponte di ferro tra Tremenico e Avano per una frana. Per fortuna in quel momento lungo la strada non passava nessuno, altrimenti l’incidente sarebbe stato promosso in disgrazia.

«Occorreranno verifiche specialistiche sulla stabilità complessiva della parete rocciosa - spiega il responsabile del settore Viabilità della provincia di Lecco, Fabio Valsecchi - prima di poter procedere alla rimozione del materiale presente in carreggiata". A provocare lo smottamento sono state le forti piogge della notte scorsa che hanno flagellato anche l’altro ramo del lago. A Como una frana di fango e detriti si è riversata su via Mochetti e nonostante l’intervento dei vigili del fuoco, al lavoro già nel corso della notte, la strada è rimasta parzialmente impraticabile per tutta la giornata. Succede dall’estate scorsa ogni volta che piove un po’ più del dovuto, ma sul Lario non riescono a farci l’abitudine anche perchè “il lago più bello del mondo“ non può ammattere di essere anche un territorio estremamente fragile.

Il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio l’agosto scorso era stato categorico nel corso di un’audizione in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati. "Il quadro del rischio idrogeologico e idraulico in provincia di Como è molto alto – aveva spiegato commentando le frane che avevo messo in ginocchio Cernobbio, Laglio e Blevio – Sono centinaia le potenziali frane che si possono attivare in condizioni di pioggia molto forte. Sono ovviamente mappate ma il rischio è alto". Non il viatico migliore per un territorio che fonda le sue fortune sul turismo. Ma l’omino del lago di Como non è tipo da farsi scoraggiare e ha deciso di costuire una nuova strada, lunga dieci chilometri e completamente realizzata in galleria, per risolvere il problema della code. Si tratta della Variante della Tremezzina, attesa quarant’anni e del costo di oltre 450 milioni di euro, finanziata grazie ai fondi dello Sblocca Italia. Per costruirla ci vorranno almeno sette anni e siccome gli spazi sono quelli che sono per i prossimi cinque mesi, da fine novembre al 1 aprile, il ramo di Como sarà tagliato a metà all’altezza di Colonno. Le code sulla statale Regina, aperta a senso unico unico alternato per le attività propedeutiche al cantiere, sono già iniziate. In pratica per non rimanere in colonna domani si rimane bloccati oggi. Quell’omino del lago di Como è davvero previdente.