Poliziotto morto, i fuggiaschi rischiano fino a 8 anni. Ma se la caveranno con una multa

Difficile perfino arrestarli. Trovate molte impronte sul furgone rubato

Francesco Pischedda, l'agente morto a Colico

Francesco Pischedda, l'agente morto a Colico

Colico (Lecco), 5 febbraio 2017 - Si chiama Florea Veaceslav, ha 25 anni, è della Moldavia ed è arrivato in Italia solo da una decina di giorni il fuggitivo il cui inseguimento è costato la vita all’agente scelto della Polizia stradale di Bellano Francesco Pischedda, morto nella notte tra giovedì e venerdì a 29 anni ancora da compiere, dopo essere precipitato da un cavalcavia della Super a Colico mentre cercava di bloccarlo. Risulta incensurato, senza precedenti penali: una volta dimesso dall’ospedale potrebbe essere subito processato e poi tornarsene a piede libero pagando una semplice multa, nonostante a causa sua una persona sia morta. Nessuno è certo, tuttavia, della sua reale identità. I colleghi del poliziotto e quelli della Mobile gli hanno trovato nella tasca dei pantaloni un documento d’identità che potrebbe anche essere falso.

«Il passaporto potrebbe essere contraffatto e le generalità inventate, al momento non disponiamo di altri riscontri. È ricoverato in prognosi riservata e non abbiamo avuto modo di interrogarlo, nemmeno di effettuare il fotosegnalamento e prendergli le impronte digitali per confrontare i dati con quelli contenuti nell’Afis, il nostro sistema automatizzato di identificazione», spiega il comandante della Stradale di Lecco, Mauro Livolsi. Il sospetto è che il nome possa essere uno dei tanti alias, cioè di pseudonimi utilizzati per sfuggire ai controlli. L’altroieri il giovane è stato operato d’urgenza, si è spaccato le gambe e ha riportato altre ferite, le sue condizioni sono definite gravi ma «stazionarie», i sanitari della Rianimazione dell’ospedale di Lecco che lo assistono lo tengono sedato, in una sorta di coma farmacologico. Le accuse per lui al momento sono di resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione del Fiat Fiorino rubato a Gorgonzola a bordo del quale fuggiva insieme a due complici.

Se venissero confermate e in caso di condanna rischierebbe sulla carta da 6 mesi a 5 anni di prigione per la prima e da 2 a 8 anni per la seconda. Ma in realtà se la caverebbe con una contravvenzione di qualche centinaio di euro e un verdetto di qualche mese, che non sconterebbe nemmeno perché beneficerebbe della sospensione della pena. «Stiamo valutando se sussistano gli estremi per imputargli anche l’ipotesi di morte come conseguenza di un altro delitto, ma non sarà semplice», ammette Marco Cadeddu, dirigente della Mobile lecchese. Gli investigatori intanto sono a caccia anche dei due complici riusciti a scomparire nel nulla, si presume altri due moldavi. Hanno disseminato il furgoncino rubato di impronte digitali, per ora però la loro identità resta sconosciuta. Dovessero venire catturati loro rischierebbero ancor meno del connazionale fermato Si presume che i tre facessero parte di una banda specializzata in furti in casa.