Frana sulla Lecco-Ballabio, profonda fenditura nella parete: la montagna può cedere ancora

Le operazioni di messa in sicurezza sono ad alto rischio. Impossibile fare previsioni sui tempi di riapertura

I rottami del furgoncino travolto dalla frana

I rottami del furgoncino travolto dalla frana

Lecco, 13 dicembre - La montagna che incombe sulla nuova Lecco – Ballabio continua a fare paura. Potrebbe cedere di nuovo, senza alcun preavviso. Alla base della parete da cui venerdì mattina si è staccato l'intero costone di roccia, che poi è piombato sulla raccordo per la Valsassina della Statale 36, si nota una profonda fenditura. Ci sono inoltre parecchi detriti pericolanti e all'apparenza estremamente instabili. Le operazioni di monitoraggio e di verifica della situazione come i primi disgaggi sono quindi molto pericolosi. I rocciatori devono procedere con estrema cautela e altrettanta lentezza per non innescare ulteriori crolli fuori controllo. I geologi e i tecnici di Anas per quanto possibile utilizzando dei droni per limitare i rischi di altri smottamenti.

Pericolo

Proprio per il pericolo di altri cedimenti improvvisi non sono stati ancora rimossi i rottami del furgoncino Citroen Berlingo su cui viaggiavano nipote e zio di 24 e 66 anni, sopravvissuti al dissesto che li ha investiti in pieno. Non sono stati spostati neppure i macigni che ostruiscono l'imbocco della galleria Giulia. Al momento è un'operazione troppo pericolosa appunto. I lastroni di pietra e gli enormi massi piovuti dall'alto hanno travolto ogni cosa, anche le protezioni e i bastioni in cemento armato che avrebbero dovuto bloccare eventuali smottamenti per proteggere la carreggiata e soprattutto gli automobilisti in transito. Le protezioni hanno però almeno in parte frenato la corsa fuori controllo della slavina di massi e terra, smorzandone la forza, ma adesso non resta più nulla che sia in grado di contenere la forza della natura.

Tecnici e rocciatori al lavoro

Fino a quando l'intero fronte della frana non verrà messo in sicurezza è impossibile azzardare previsioni sui tempi di riapertura della SS 36 Racc, come è difficile stimare i danni all'infrastruttura e soprattutto valutare gli interventi necessari. “I nostri tecnici con l'ausilio di rocciatori specializzati e droni, stanno provvedendo a ispezionare l'intera parete al fine di individuare ulteriori volumi rocciosi pericolanti oltre ad effettuare il disgaggio e la pulizia del versante – spiegano da Anas -. Le attività in corso consentono, altresì, di valutare le modalità di ripristino della viabilità nel più breve tempo possibile e di predisporre il progetto per la messa in sicurezza definitiva del versante e, conseguentemente, definire i tempi per la loro realizzazione”. La situazione oltre che critica è quindi parecchio incerta.

La viabilità

Fino a quando la nuova Lecco – Ballabio non riaprirà, l'unica alternativa diretta è la Sp 62. Per evitare che i camionisti si incrocino e si arenino tra loro, paralizzando pure la provinciale, per gli autotrasportatori è stato istituito il transito a fasce orarie alternate. “Il traffico viene deviato lungo la viabilità provinciale, ad eccezione del traffico pesante che viene gestito in loco dagli agenti della Polstrada a flussi orari”, confermano da Anas. Il provvedimento però non basta, come non basta lo spegnimento di alcuni semafori lungo le strade di attraversamento a Lecco. Le condizioni meteo potrebbero ulteriormente complicare complicare la vita a chi si sposta tra Lecco e Ballabio: per giovedì sono previste pioggia e neve.