Foreign fighters, quando la jihad è “made in Lario”

Lecco e Como ai primi posti per numero di coinvolti

Ibrahim Moutaharrik

Ibrahim Moutaharrik

Lecco, 12 giugno 2018 - In provincia di Lecco si riscontra una concentrazione di foreign fighters tra le più alte in Italia. Lo sostengono Francesco Marone e Lorenzo Vidino, due ricercatori dell’Ispi, l’Istituto per gli studi di politica internazionale. Nel loro rapporto intotolato «Destinazione Jihad, i foreign fighter d’Italia», scrivono: «Se si calcola il rapporto tra foreign fighters residenti e popolazione generale, si nota che alcune province, come quelle di Belluno, di Gorizia, di Como, di Ravenna e di Lecco, presentano un valore ben superiore a quello nazionale, che è di circa 2 foreign fighters per milione di abitanti».

I dati, le inchieste giudiziarie, le operazioni degli 007 dell’antiterrorismo e le cronache di un territorio che conta 340mila abitanti parlano chiaro. Lo scorso dicembre un tunisino di 26 anni che abitava a Lomagna arruolatosi tra i miliziani di Daesh è stato giustiziato in Siria, mentre il fratello 22enne è stato espulso e poi arrestato perché stava ricalcando le sue orme. Nell’aprile 2016 invece il campione marocchino di kickboxing Abderrahim Moutaharrik Abderrahim di Valmadrera arrestato nell’aprile 2016 è stato arrestato perché pronto insieme ad altri familiari e fiancheggiatori a compiere un attentato in Vaticano. Prima, nel febbraio 2015, l’allora 38enne di Bulciago Alice Brignoli si è unita ai combattenti del Califfato insieme al marito italo-marocchino 31enne Mohamed Koraichi e soprattutto ai tre bimbi piccoli, Ismail di 6, la secondogenita Ossama di 4 e S’Ad di appena 2. Ancora in precedenza, nel dicembre 2014, è partita per lo stato islamico pure Valbona Berisha, albanese di 34 anni di Barzago che ha trascinato nell’inferno della Siria anche il figlioletto Alvin che all’epoca aveva appena 6 anni. «Nondimeno, tali dati vanno considerati con estrema cautela, a causa dell’esiguo numero di foreign fighters residenti in Italia in termini assoluti», specificano tuttavia i due esperti.

I valori italiani paiono infatti decisamente contenuti nel contesto europeo: ad esempio in Belgio si contano oltre 46 foreign fighters per milione di abitanti, mentre in provincia di Lecco il rapporto è di 17 ogni milione e sale al massimo a 29 se si considerano pure i bambini piccoli portati via dai genitori, percentuali comunque superiori almeno 8 volte alla media nazionale. Ma i foreign fighter di Lecco presentano anche un’altra peculiarità, quella appunto di costituire veri e proprio nuclei familiari, mentre l’aver abitato in paesi di periferia «se non addirittura in aree rurali, come Bulciago, località con meno di 3.000 abitanti», oppure a Barzago o Lomagna, non molto più grandi è una caratteristica abbastanza frequente in Italia, sebbene non nel resto d’Europa.