Fontana coi pesci cara Sotto accusa i costi

I contribuenti nel 2021 hanno speso 815 euro e il conto va salendo . Senza temporizzatore né ricircolo, l’impianto è infatti a getto continuo

Migration

di Daniele De Salvo

L’acqua della fontana è troppo salata, i pesci rossi che ci sguazzano devono traslocare. A Olgiate Molgora i contribuenti solo per il 2021 hanno speso 815 euro di bolletta dell’acqua per alimentare 24 ore su 24, 365 giorni l’anno, la fontana di fine ‘800 davanti alla stazione ferroviaria. La fontana, dove nuota un branco di pesci rossi, è infatti a getto continuo poiché non è dotata di un impianto di ricircolo. Per alimentarla, sono stati consumati quasi mille metri cubi per un milione di litri, molti di più di quanti se ne utilizzino normalmente in un’abitazione, proprio perché è a ciclo continuo, giorno e notte, senza temporizzatore né ricircolo.

Per il 2022 il conto si preannuncia più caro e nel 2023 la fattura lieviterà ulteriormente a causa dei rincari delle tariffe già deliberati dai soci di Lario Reti Holding, la municipalizzata provinciale del servizio idrico. Non è solo un problema di spesa ma pure una questione di rispetto dell’ambiente, perché l’acqua è una risorsa preziosa da preservare e che inizia a scarseggiare, come accaduto quest’estate a causa della siccità. Dell’acqua della fontana dei pesci rossi che è troppo salata e che viene sciupata se n’è parlato anche durante l’ultimo Consiglio comunale. A chiedere spiegazioni, il capogruppo di minoranza Stefano Golfari che ha chiesto di trasferire i pesci altrove e di chiudere il rubinetto. Dal canto proprio il sindaco Giovanni Battista Bernocco assicura che nel 2024 verrà elaborato un progetto per riqualificare l’intera area della stazione, fontana compresa.

"Prima non è possibile – avverte Bernocco – perché l’area è di Rfi. Inoltre la fontana è un bene storico per cui dobbiamo interpellare i funzionari della Soprintendenza". I pesci rossi, quindi, vivono come in un antico castello.