Verderio, feto ritrovato nel depuratore: controlli in tutti gli ospedali

I carabinieri sono alla ricerca della donna che ha abortito. Eseguita l’autopsia sul corpo al terzo-quarto mese

Medici all'ingresso dell'ospedale in una foto di repertorio (Cardini)

Medici all'ingresso dell'ospedale in una foto di repertorio (Cardini)

Verderio (Lecco), 13 novembre 2019 - I carabinieri stanno battendo a tappeto i Pronto soccorso degli ospedali brianzoli, ma anche di Lecco, di Como e delle province limitrofe per cercare di identificare e rintracciare la donna che alla fine del mese scorso ha abortito - si presume illegalmente in casa - e gettato nel gabinetto il feto, che poi è stato ritrovato in una vasca del depuratore di Verderio. Gli investigatori del 112 hanno chiesto ai primari dei reparti di emergenza dei nosocomi della zona di verificare tra le cartelle cliniche di tutte le pazienti con problemi ginecologici passate dalle loro strutture e di valutare se risulti qualcuna che possa corrispondere al profilo della «ricercata», che abbia cioè presentato emorragie interne e segna di una possibile interruzione volontaria di gravidanza.

Al momento sono stati individuati complessivamente una ventina di casi, una mezza dozzina dei quali con forte attinenza al caso in questione. Il magistrato incaricato del caso sta inoltre attendendo le risultanze dell’autopsia effettuata sul piccolo corpicino al terzo o quarto mese di gestazione eseguita dall’anatomopatologo Paolo Tricomi. Dalle prime risultanze sembra si sia trattato appunto di un aborto clandestino, probabilmente oltre il termine massimo consentito e mediante farmarci che in Italia sono proibiti. L’unica certezza al momento è che il feto è finito negli scarichi fognari o di Paderno d’Adda, o di Robbiate o di Verderio, gli unici tre paesi la cui condotte dei reflui conflusicono alll’impianto di depurazione di Verderio.