Fase 2, i sindaci confermano la linea dura: "Niente spostamenti per svago"

I primi cittadini del Lecchese tengono il punto sulle ordinanze che il prefetto aveva giudicato illegittime

Sono in tantissimi a desiderare un’escursione in montagna dopo due mesi di lockdown

Sono in tantissimi a desiderare un’escursione in montagna dopo due mesi di lockdown

Lecco, 7 maggio 2020 - Niente spostamenti per svolgere attività motoria. Gli 84 sindaci lecchesi confermano la linea dura e difendono le loro ordinanze che vietano di muoversi in auto o in moto per raggiungere paesi diversi rispetto a quello dove si abita per una scarpinata in montagna, una corsa lungo l’Adda, una “crociera“ in canoa a colpi di pagaia nel lago o una passeggiata in mezzo al verde del Barro e della Val Curone. Nonostante l’avvertimento in punta di diritto del prefetto Michele Formiglio sul rischio che i provvedimenti siano inefficaci, perché in contrasto con le direttive nazionali e regionali, oltre che con le normative che limitano il potere dei primi cittadini, non intendono retrocedere, anche a costo di ricorsi, creando confusione e discriminazione tra chi risiede in posti dove si possono svolgere determinati sport e chi no.

Non c’è alcuno scontro istituzionale in atto, garantiscono i sindaci che però ritengono di saperla più dei giuristi del Viminale e dei dirigenti del Palazzo di governo di corso Promessi sposi. "Leggendo in modo coordinato il decreto, lo spostamento inteso in auto o con altro mezzo equivalente per raggiungere un altro luogo per svolgere attività motoria non è consentito", ribadiscono in una nota congiunta. "Ho la massima stima dei sindaci lecchesi – interviene però nel dibattito l’avvocato Stefano Simonetti, consigliere provinciale, ex presidente vicario di Villa Locatelli e assessore a Ballabio, dove il “suo“ sindaco Alessandra Consonni ha emanato delle disposizioni tra le più restrittive in assoluto -. Come giurista ho espresso delle perplessità e chiesto di valutare la carenza di requisiti e di legittimità delle ordinanze". In veste di presidente della Fipsas lecchese precisa tuttavia che il suo interesse è per i pescatori, degli altri sportivi non gli interessa.

«Non siamo sceriffi, vogliamo evitare che in alcuni paesi arrivino troppe persone da altre zone con il rischio di un aumento dei contagi", replica alle critiche il presidente provinciale Claudio Usuelli. Dalla prefettura invece preferiscono il silenzio. Intanto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri sono state divulgate indicazioni secondo cui è possibile spostarsi per andare a cavallo, pescare, praticare surf, canoa e kayak e che "al fine di svolgere l’attività motoria o sportiva, è consentito anche spostarsi con mezzi pubblici o privati per raggiungere il luogo individuato". L’importante è mantenere il distanziamento sociale e rispettare le altre prescrizioni, perché, interpretazioni a parte, l’emergenza non è cessata e gli spostamenti inutili sono comunque vietati.