Famiglie, l’aiuto della rete dei soggiorni terapeutici

L’esperienza maturata dopo il disastro di Chernobyl sta funzionando ancora con la nuova emergenza

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Le porte di casa dei lecchesi continuano a restare spalancate per i profughi in fuga dalla guerra in Ucraina. Attualmente, secondo i dati diffusi dalla prefettura di Lecco, sono più di 1.102 i profughi ucraini accolti in provincia di Lecco. Sono un centinaio in più dei 997 che risultavano ospitati il 20 aprile e oltre mezzo migliaio in più dei 666 di fine marzo.

Molti sono sistemati in appartamenti privati, da connazionali, amici che li avevano già ospitati durante soggiorni terapeutici in seguito al disastro nucleare di Chernobyl, persone di cui i loro parenti sono badanti, oppure da chi non li conosceva prima ma ha lo stesso aperto loro la propria abitazione.

A Lecco sono ospitati 166 profughi, 63 a Merate, 56 a Olgiate, 41 a Mandello, 40 a Colico, 31 a Paderno.

Sono sparsi in 77 paesi sugli 84 della provincia Sempre dalla prefettura, il capo di gabinetto Marcella Nicoletti avvisa che "è online la piattaforma che permette alle persone in fuga dalla guerra in Ucraina di richiedere il contributo di sostentamento per sé, i figli, i minori di cui si ha tutela legale".

Il contributo, per offrire un primo sostegno economico, è destinato a chi ha presentato domanda di permesso di soggiorno e ha trovato una sistemazione autonoma anche da parenti, amici o ospitanti.

Daniele De Salvo