Lecco, l’ex fabbrica di lampadine riaccende le luci

Una società si è aggiudicata all’asta per 3,5 milioni la vecchia Leuci fondata nel 1935: "È un progetto tutto da costruire"

L’ingresso della Leuci l’azienda di lampadine di Lecco fondata nel 1935

L’ingresso della Leuci l’azienda di lampadine di Lecco fondata nel 1935

Lecco, 28 settembre 2020 - Alla ex Leuci si riaccendono le luci. L’ex fabbrica di lampadine di Lecco, fondata nel 1935 dove lavoravano centinaia di persone, ha dei nuovi proprietari. Si tratta dei soci della italo-elvetica Lario Real Estate che se la sono aggiudicata all’asta per poco più di 3 milioni e mezzo di euro. Cosa realizzeranno negli stabilimenti vuoti e abbandonati ormai dal 2014 e bonificati di recente dell’amianto dopo un lungo pressing da parte di Palazzo Bovara e della Procura non si sa. I nuovi padroni sono infatti promoter che rilevano per quanto possibile a prezzo di saldo comparti messi all’incanto per fallimento per poi trovare possibili investitori a cui cederli o con cui allearsi per mettere a frutto l’affare, come stanno facendo ad esempio a San Siro a Milano. "È un progetto tutto da costruire, qualche idea ovviamente l’abbiamo, ma dobbiamo svilupparla di concerto con l’Amministrazione municipale", si limita a spiegare l’amministratore delegato Gianluca Zanella.

Gli acquirenti sono andati a colpo sicuro: hanno partecipato solo loro all’asta e hanno presentato l’offerta minima attesa senza aspettare eventuali possibili ribassi successivi. Il momento del resto pare favorevole, sia per la concomitanza con le elezioni comunali e i candidati sindaci al ballottaggio che si sono spesi in promesse sul futuro dell’ex sediamento produttivo nel cuore della città, sia per la crisi economica globale scatenata dalla pandemia. L’ex Leuci, poi passata di mano alla Lago, si estende su una superficie di quasi 20mila metri quadrati, 11mila coperti, quasi come un intero quartiere. La bomba ecologica che la minava rappresentata dall’asbesto che infestava tetti e tubature è stata inoltre disinnescata. Anche per la ex Passerini di Dolzago potrebbe presto essere scritto un nuovo futuro. Le trafilerie chiuse dal 2009 e dichiatate fallite nel 2013 sono state piazzate infatti sempre all’asta per 2 milioni di euro e rotti spiccioli, quasi uno in meno rispetto al valore minimo reale. Si tratta di un comparto di 34.600 metri quadri destinati a diventare un’area commerciale proprio per consentirne il recupero che altrimenti sarebbe impossibile in un momento di collasso del manifatturiero.