Ex-dipendenti del Casinò nella casa da gioco dopo tre anni

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È stata una giornata particolare quella di ieri per gli ex-dipendenti del Casinò, rientrati per la prima volta all’interno della casa da gioco quasi tre anni dopo la chiusura per firmare la proposta economica che l’azienda si è impegnata a riservare a ognuno di loro. Già lo scorso fine settimana oltre l’80% degli ex dipendenti, 400 su un totale di 492, si era espresso a favore dell’accordo che prevede per chi non sarà riassunto dall’azienda la liquidazione, entro 36 mesi a partire dal riavvio dell’attività, del Tfr e di tutte le somme riconducibili a tutti i crediti privilegiati, oltre che un risarcimento danni pari a due mensilità lorde. Invece a chi sarà riassunto l’azienda propone il pagamento dei crediti privilegiati diversi dal Tfr in maniera dilazionata, dal trentesimo al sessantesimo mese successivo al riavvio dell’attività, mentre il trattamento di fine rapporto verrebbe pagato al momento della cessazione dell’attività lavorativa. Anche se l’intesa era stata raggiunta a ogni lavoratore che ha espresso parere favorevole è stato chiesto di firmare un vero e proprio accordo in sede protetta, ovvero alla presenza di un delegato sindacale, al quinto piano del casinò. Una richiesta avanzata dai legali della casa da gioco in vista dell’udienza in programma domani al Tribunale a Como, di fronte ai giudici fallimentari. Gli accordi con gli ex-lavoratori, che sono anche creditori privilegiati, verranno prodotti per suffragare la richiesta di concordato preventivo. R.C.