Esino Lario: un solo paese, due storie. Fu metà romano e metà celtico

Uno scontro durato secoli, scoperto solo ora

Nel territorio della Perla delle Grigne 754 anime abbarbicate a 910 di quota non sono mai state condotte campagne archeologiche sistematiche

Nel territorio della Perla delle Grigne 754 anime abbarbicate a 910 di quota non sono mai state condotte campagne archeologiche sistematiche

Esino Lario (Lecco), 16 luglio 2018 - A Esino di sopra, ovvero a Cres, abitavano i Celti, a Esino Lario di sotto, cioè a Piach, erano di stanza invece i Romani, una suddivisione superata solo nel 1927, con l’unificazione di Esino Superiore e Inferiore in un unico paese, quello di Esino Lario. Di quell’antico periodo risalente al IV secolo avanti Cristo, dove barbari e Romani si confrontavano e scontravano proprio come nei racconti di Asterix il gallico contro i centurioni di Cesare, si sa poco o nulla, perché ad oggi nel territorio della Perla delle Grigne, 754 anime abbarbicate a 910 di quota, non sono state condotte campagne archeologiche sistematiche.

A iniziare a svelare i misteri del lontano e intrigante passato e verificare quelle che parevano solo leggende ci ha però pensato Martina Pensa, 22enne di Busto Arsizio, laureanda in Scienze e tecnologie per lo studio e la conservazione dei beni culturali che per prima ha realizzato una tesi sperimentale analizzando i reperti dell’Ecomuseo delle Grigne di Esino. L’universitaria ha analizzato ventiquattro arnesi tra spade, lance, cesoie, un rasoio, una verghetta e una fibula, con foto ad alta definizione e test a fluorescenza. In base alle comparazioni e ad altri elementi la giovane ricercatrice ha scoperto che i Celti arrivarono dal nord Europa in Valsassina per estrarre metalli dalle miniere di Esino, o meglio di Cres, e con essi costruire armi per i loro guerrieri, mentre i Romani vennero mandati fin lassù, a Piach, per cercare di espugnarli, sebbene senza successo, poiché, proprio come in Galli del villaggio di Asterix, resistettero all’assedio, grazie alla magia della forgia delle loro armi.

«Le miniere di Esino costituirono la fonte di estrazione dei metalli con cui vennero fabbricati gli utensili dei guerrieri e gli oggetti della vita quotidiana del periodo celtico e probabilmente rappresentarono una delle spinte più significative nella risalita fino a queste valli delle popolazioni di Oltralpe – spiega la 22enne -. L’elevato numero di armi rinvenute fa presagire che proprio il controllo e la strenua difesa di queste ricche risorse economiche caratterizzasse la struttura sociale di questo stanziamento».