Immigrati in rivolta a Esino, accerchiano il Comune: "Vogliamo la residenza"

I dipendenti barricati in municipio chiamano i carabinieri

La protesta a Esino

La protesta a Esino

Esino (Lecco), 12 gennaio 2018 -  Questa mattina una trentina di richiedenti asilo ha assediato il comune costringendo gli impiegati  a barricarsi all’interno del municipio. Gli immigrati chiedevano di avere le carte di identità e per farlo hanno prima inscenato un corteo nel paese con cartelli con la scritta “Abbiamo bisogno della residenza” il tutto accompagnato da slogan, poi sono andati in municipio urlando fino a costringere i dipendenti a chiudersi all’interno e chiamare i carabinieri. Sono dovute intervenire due vetture dell’Arma per far tornare la situazione alla normalità e disperdere il gruppo, gran parte dei richiedenti asilo è tornato verso la Montanina, l’ex albergo dove risiedono una quarantina di stranieri.  

Colpito dagli episodi anche il sindaco Pietro Pensa che commenta: “Una cosa da matti. I dipendenti del comune hanno dovuto chiudersi dentro per paura. Non era mai accaduto nulla del genere, anche perché i primi tempi le persone ospitate in paese erano sempre le stesse, ora cambiano continuamente. Non so dire come sia nata questa manifestazione e non credo sia stata spontanea. La richiesta di residenza è assurda perché non sappiamo chi sono, non hanno permessi di soggiorno, non abbiamo dati, impossibile pensare di chiedere la carta di identità. Settimana prossima li incontrerò per capire che cosa vogliono ma se i toni non saranno educati e rispettosi non si inizierà nemmeno a parlare perché quanto accaduto non è tollerabile”. 

“Quello che è accaduto è inaccettabile, scandaloso e pazzesco. Vanno mandati via subito”. Così Flavio Nogara, segretario provinciale della Lega, commenta i fatti di Esino dove. Dalla Lega arriva anche la decisa presa di posizione del deputato Paolo Grimoldi: “Devono essere espulsi immediatamente. Chiedono un’assurda residenza, assediano gli uffici comunali minacciando gli impiegati. Questa gente non merita di essere ospitata a spese nostre, facendo spendere 1.100 euro ogni mese ai contribuenti per il loro mantenimento. Via subito senza se e senza ma”.