Escalation di violenze a Lecco Una rete contro le emarginazioni

Il prefetto affronta con una cabina di regia l’emergenza del disagio giovanile e delle deviazioni

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di Daniele De Salvo

Trentanove giovani e giovanissimi violenti solo negli ultimi mesi sono stati denunciati, ma anche arrestati in provincia di Lecco e soprattutto a Lecco città. Trentadue sono stranieri, sette italiani. Non è questione di colore della pelle né di origine. E’ il sintomo di emarginazione e mancata integrazione che sfocia in disagio e in devianza, esplose al termine del lungo periodo di lockdown. Per curare questo malessere il prefetto di Lecco Castrese De Rosa ha istituito una cabina di regia. I controlli non mancano, carabinieri e poliziotti non lasciano nessuno impunito come testimoniano le cifre, "distintivo, ordine e disciplina" però da soli non bastano come testimonia l’escalation di episodi: il fenomeno Baby Gang, le guerre tra bande, risse aggressioni sotto casa, adolescenti che si trasformano in rapinatori di ragazzini più piccoli in un misto di bullismo e nonnismo da naja...

"Disagio e devianza sono solo a valle un problema di polizia e di certo non può essere affrontato solo con misure repressive – ribadisce il prefetto, come aveva già anticipato dalle pagine del “Giorno“ -. La sfida è trovare forme di comunicazione e progetti che intercettino i giovani che vanno maggiormente responsabilizzati". Al momento nessuno, o pochi, hanno realmente affrontato la situazione, per questo l’altro giorno il prefetto ha convocato al tavolo della situation room del palazzo di governo il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, con gli assessori a Polizia Locale, Welfare e Istruzione, i vertici delle forze dell’ordine, il prevosto monsignor Davide Milani, i dirigenti della sanità lecchese, gli amministratori locali del distretto, i rappresentanti dell’Ufficio scolastico e Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria del Lecchese. Tra le iniziative, oltre a incontri sulla legalità e il volontario, ipotizza proposte più coinvolgenti, come luoghi aggregativi e di svago che non siano unicamente gli oratori o magari visite guidate in caserme e commissariati per conoscere l’impegno di militari, agenti e finanzieri. "Insieme dobbiamo costruire una rete coordinata di interventi che intercetti i nuovi bisogni emergenti per evitare la spirale di violenza e gli episodi di inciviltà che hanno interessato il territorio lecchese negli ultimi mesi", conclude il prefetto.