Lecco, dieci anni dopo Eluana torna a dividere

Il consigliere Anghileri lancia la proposta di uno sportello in Comune per il fine vita. Il sindaco: "Già pensata, con i medici"

Beppino Englaro, padre di Eluana

Beppino Englaro, padre di Eluana

Lecco, 8 febbraio 2019 - Dieci anni dopo Eluana torna a far discutere la città. E non potrebbe essere altrimenti perché a Lecco Eluana ci era nata e cresciuta, coltivando amicizie e sognando traguardi futuri con quel suo carattere esuberate e determinato. Fino a quella maledetta notte del 18 gennaio 1992, l’incidente in auto che la costringe su un letto della clinica “Beato Luigi Talamoni” in stato vegetativo. Qui è assistita dalle amorevoli cure delle Suore Misericordine ma per papà Beppino Englaro quella è «una vita d’inferno, una condizione che Eluana aveva sempre dichiarato non avrebbe mai accettato» e si batte perché vengano sospese alimentazione e idratazione artificiale. Beppino Englaro lo ribadisce anche in questi giorni in cui è tornato al centro della cronaca in vista della ricorrenza perché il 9 febbraio 2009, nella clinica “La Quiete” di Udine, Eluana prende commiato da quel corpo inanime.

«Un giorno importante per i diritti e le libertà di tutti - ricorda Englaro -, una svolta di civiltà per il nostro Paese». Perché qualche anno dopo, esattamente il 14 dicembre 2017, il voto del Senato renderà definitiva la legge sul testamento biologico che tutela la vita ma anche l’autodetermninazione: nessun trattamento sanitario può essere intrapreso o proseguito senza il consenso, libero e informato, dell’interessato. È il paziente, in sostanza, a decidere sul fine vita. E ora gli echi di quella battaglia tornano a farsi sentire a Lecco, che ha vissuto “in prima linea” un dibattito spesso aspro perché il tema in questione travalica gli schieramenti e arriva al “nocciolo”, tocca ognuno nel profondo «perché - come ha ricordato ancora in questi giorni Beppino Englaro parlare di morte non è mai facile». Una battaglia «lunga e dolorosa», la definisce oggi Alberto Anghileri, consigliere comunale di minoranza (“Con la Sinistra cambia Lecco”) che ringrazia la famiglia Englaro perché «nel rispetto delle leggi e dello Stato di diritto, alla fine ha ottenuto un diritto» ma ricorda anche che oggi «la legge sul trattamento di fine vita, sebbene con ritardo, è finalmente arrivata». Ma ad Anghileri non basta: «Perché una legge diventi veramente un diritto utilizzabile da tutti coloro che lo desiderano bisogna mettere i cittadini in condizioni di poterlo scegliere». E così arriva la proposta «di uno sportello che fornisca ai cittadini le informazioni necessarie per esercitare questa scelta: lo proporrò nel prossimo consiglio comunale».

«Non è una novità», spiega il sindaco Virginio Brivio che fa presente come «già lo scorso dicembre in un convegno insieme l’Ordine dei medici abbiamo siglato un accordo con il suo presidente, Pierfranco Ravizza, per realizzare un punto informativo. Siccome non si tratta di un mero problema giuridico, riteniamo che la figura di medici e infermieri sia quella più adatta per accompagnare quei cittadini che sono intenzionati ad aderire al testamento biologico». Domani intanto l’associazione “Ora et Labora in difesa della Vita” invita tutti ad un rosario-testimonianza in difesa della sacralità della vita che si terrà alle 16, in piazza Cermenati e sul sagrato della Basilica di San Nicolò. «L’eutanasia è una falsa soluzione al dramma della sofferenza, una soluzione non degna dell’uomo, la vera risposta non può essere infatti dare la morte, per quanto “dolce”, ma testimoniare l’amore che aiuta ad affrontare il dolore e l’agonia in modo umano». La scelta Eluana continua a far discutere.