Effetto civiche a Lecco, Lega giù. Pd primo partito

Il Carroccio non è più l’azionista di maggioranza nel centrodestra. Il segretario Mauri: "Si è lavorato per la squadra". Affluenza oltre il 64%

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di Andrea Morleo

Il primo turno delle amministrative in città consegna, al di là del derby Ciresa-Gattinoni, tre dati su cui riflettere. Il primo riguarda l’affluenza attestata sul 64,71% contro il 57,41% del primo turno di cinque anni fa che anche in quella circostanza portò a un faccia faccia tra centrosinistra e centrodestra con Virginio Brivio a spuntarla su Alberto Negrini. Altro che disaffezione alla politica: significa che circa tremila aventi diritto in più si sono recati alle urne, alla faccia dei soliti sondaggi che davano l’affluenza in calo.

"Una festa per la democrazia", commenta Alfredo Marelli segretario cittadino di un Pd che con il 18,36% (4.168 complessivi) è il partito più rappresentato in città. E questo è un altro dato che emerge. "È un buon risultato ma si può sempre fare meglio", continua a Marelli che da allenatore navigato già guarda al prossimo turno compattatndo la squadra. "Al di là del nostro risultato sono contento soprattutto per la coalizione. Il segreto del successo? Siamo stati bravi a valorizzare ciò che di buono si è fatto nel passato inserendo comunque forze fresche per una proposta rinnovata".

L’allenatore-Marelli non nasconde il successo dell’operazione politica portata avanti dalla segreteria da ormai oltre un anno con le “picconate“ a una parte della giunta uscente (creando di fatto la frattura con Corrado Valsecchi e Appello per Lecco) e dall’altro canto "la proposta di un ricambio generazionale, volti nuovi che si sono affacciati alla politica che al contrario non ho visto nell’altro campo". La stoccata va all’azionista di maggioranza della coalizione avversaria, la Lega di Salvini, che al contrario esce con le ossa rotte passando dal 36% delle ultime europee al 13,69% (3.109 voti). Una picchiata elettorale che porta Forza Italia, con la civica “Lecco merita di più“ a guidare la coalizione seppur di una manciata di voti pari al 3.197 (14,08). Il segretario cittadino del Carropccio non nasconde l’arretramento ma non ne fa troppi drammi. "Ci siamo concentrati a valorizzare il voto moderato - spiega Emanuele Mauri - e questo inevitabilmente ha premiato le civiche ma è irrilevante il voto politico se a vincere è la coalizione".

La Lecco a trazione leghista che per quindici anni ha governato la città - dal 1993 con Pinuccio Pogliani, passando per il doppio mandato di Lorenzo Bodega e per finire con i tre di Donatella Faggi, poi commissariata - sembra ormai un pallido ricordo. Si respira aria diversa e a oggi a prevalere è lo spirito di squadra come spiega Beppe Mambretti, coordinatore di “Lecco Merita di più“. "Non ci siamo preoccupati di primogeniture in questa fase ma di riportare il centrodestra alla guida della città. Forse ci siamo dimenticati che, ad esempio, Fratelli d’Italia è passata dal 2% al 9%. Abbiamo lavorato tutti per Peppino".

La parola d’ordine in casa centrodestra è compattezza, come spiega chiaramente anche Antonio Rossi, che con l’altra civica (Lecco ideale - Peppino Ciresa sindaco) ha portato a casa quasi tremila voti (2.889) pari al 12,73% per la causa del centrodestra. "Questo era un K4", spiega l’ex olimpionico buttandola sulla disciplina che lo ha reso grande nel mondo. Quattro membri di un equipaggio di una canoa, proprio come le quattro liste che stanno sostenendo Ciresa. "Abbiamo dimostrato di essere più in forma e abbiamo rischiato di andare in finale sin da subito. Pazienza, ma abbiamo ancora un vantaggio importante e andremo avanti compatti". Perché all’orizzonte ci sono altre due settimane di campagna elettorale e gli allenatori, da una parte e dall’altra, sanno che uno spogliatoio unito è la precondizione per puntare a vincere.