Giulio Nava, angelo custode di Bautista: il capotecnico della Ducati è un lecchese

Originario del rione Maggianico, trentotto anni, ora vive a Galbiate anche se la metà dell’anno lo trascorre nei box e sulle piste di mezzo mondo

Bautista e a destra Giulio Nava, 38 anni

Bautista e a destra Giulio Nava, 38 anni

Galbiate, 13 febbraio 2019 - Giulio Nava, un lecchese nel mondo della grandi moto. «Siamo tecnici, certo, meccanici o elettronici, perchè quello è il nostro lavoro, ma nel team siamo come una piccola famiglia. I piloti, spesso molto giovani, sanno che faremo tutto il possibile perchè il loro sogno, vincere una gara in moto, si realizzi». Al centro culturale “Lazzati”, sede nel circolo Acli di Osnago, Giulio Nava ha sintetizzato così l’avventura che in questo 2019 lo vedrà come capotecnico del Team Superbike Ducati al fianco di Alvaro Bautista, pilota che nel campionato SBK sarà in griglia per la casa romagnola. Originario del rione Maggianico, trentotto anni, Nava ora vive a Galbiate anche se la metà dell’anno lo trascorre nei box e sulle piste di mezzo mondo. «Dopo il liceo scientifico, al Grassi di Lecco, mi ero iscritto al Politecnico di Milano, facoltà di ingegneria meccanica. Avevo letto che a Lesmo, sede italiana della Yamaha, cercavano disegnatori e avevo cominciato a lavorare con loro e intanto studiavo».

«Uno dei tecnici elettronici si ammalò e così cominciai a sostituirlo. Qualche anno dopo ero ufficialmente nel team. Da quel momento il motociclismo è diventato un pezzo importante della mia vita. Da gennaio a novembre sono in viaggio, prima con i test poi con le gare». Nava ha illustrato la composizione del team e l’agenda di lavoro. Stoner, Honda, Marquez, Rossi, Hayden, Pedrosa, Locatelli, Aprilia, Bautista. MotoGP, Superbike. Nei racconti di Nava i nomi dellegrandi marche e dei piloti sono sfilati senza soluzione di continuità. «Nel motociclismo, questo è il mio parere, il pilota fa la differenza. Noi facciamo il possibile ma stessa moto, due piloti con caratteristiche fisiche, potenzialità e talenti diversi, ottengono risultati diversi. Qualcuno eccellente, altri meno. Nel 2009 ero Alla Yamaha. Con Ben Spies e abbiamo vinto il mondiale superbike. Nè posso dimenticare piloti come Marquez, Hayden, Stoner e, naturalmente, Baustista».

«È stato lui a volermi alla Ducati. Nel 2015 e 2016 ero con lui, capotecnico nel team MotoGP Aprilia. Adesso che la Ducati ha deciso di rilanciare la SBK, ha chiesto che gli fossi accanto. Tra noi l’intesa è buona. Qualche giorno fa abbiamo concluso i test. Il 23-24 febbraio, a Phillip Island (Australia) saremo in pista per la prima gara. Noi siamo pronti».