Discarica nell’ex cava di Chiuso, la Provincia valuta il ricorso

Nominato un legale per lo studio delle carte dopo lo stop del Tar alla nascita del deposito di materiali inerti

La partita sulla discarica nell’ex cava di Chiuso resta aperta. Il direttore generale della Provincia di Lecco, Mario Blandino, sta valutando di ricorrere contro la decisione dei giudici del Tar di Milano di bocciare e quindi annullare la concessione per trasformare l’ex cava Rovelli di Chiuso in un deposito di materiali inerti, rilasciata dai funzionari di Villa Locatelli ai titolari della Pozzi Virgilio Strade. Ad appellarsi ai magistrati del Tribunale amministrativo regionale era stato l’ex sindaco di Lecco, Virginio Brivio. L’avvocato dell’Amministrazione provinciale che deve esaminare le carte e decidere il da farsi è già stato nominato: si tratta di Andrea Gallo di uno studio legale torinese che ha richiesto una parcella di poco meno di 1.500 euro per "supportare l’azione amministrativa in fase di esecuzione della sentenza o di predisposizione dell’eventuale ricorso in secondo grado", si legge nell’incarico.

In attesa delle valutazioni devono comunque essere riconosciuti a Palazzo Bovara 650 euro di contributo unificato che i giudici del Tar hanno stabilito debbano essere a carico della Provincia di Lecco. I portavoce del Comitato di Chiuso che per primi avevano chiesto di negare l’autorizzazione ad allestire una discarica nell’ex cava a monte del martoriato rione tagliato in due dall’eterna incompiuta della nuova Lecco-Bergamo si aspettavano che la vertenza non sarebbe stata chiusa, nonostante il pronunciamento dei giudici amministrativi arrivato il mese scorso, per questo non avevano cantano nemmeno vittoria dopo aver comunque incassato un primo importante punto a loro favore. Si attende per settimana prossima inoltre il verdetto su un’altra cava, quella di Vaiolo Alta sul Magnodeno che i vertici di Unicalce vorrebbero più che raddoppiare. D.D.S.