Dimesso dall'ospedale di Lecco, paziente muore: ai familiari maxi risarcimento

Per il caso di malasanità del 2016 versati 580mila euro

I familiari della vittima hanno trascinato in Tribunale i vertici dell’Azienda

I familiari della vittima hanno trascinato in Tribunale i vertici dell’Azienda

Lecco, 11 marzo 2022 - Un paziente dell’ospedale di Lecco è morto dopo essere stato dimesso perché il medico che lo ha visitato non si è accorto che la sua aorta era lacerata. Sarebbe bastata una radiografia al torace per scoprirlo. I familiari della vittima, che hanno trascinato in Tribunale i vertici dell’Azienda socio-sanitaria territoriale, hanno incassato un risarcimento di quasi 600mila euro.Nessuno potrà, tuttavia, riportare in vita il loro caro ucciso dalla negligenza dei camici bianchi e non c’è alcuna cifra che possa compensare la grave perdita.

Il caso di malasanità risale al 30 novembre 2016, quando un paziente è stato ricoverato al Pronto soccorso dell’Alessandro Manzoni di Lecco presentando gravi sintomi, salvo essere rimandato a casa qualche ora dopo nonostante una dissezione aortica che poi lo ha ucciso. Gli eredi, nell’estate del 2018, hanno citato in giudizio i manager di quella che era ancora l’Azienda ospedaliera di Lecco "per ottenere il risarcimento dei danni che gli stessi sostengono siano stati loro causati dalla negligente condotta assistenziale subita dal loro familiare", si legge negli atti pubblici in merito alla vicenda.

Per evitare cause e contenziosi legali è stata scelta "una definizione stragiudiziale della vertenza", anche perché i periti hanno accertato "la sussistenza del nesso di causa tra la condotta assistenziale e l’evento", cioè la morte del paziente con le relative conseguenze. Dalla “Am Trust“, che è la Compagnia assicurativa dell’Asst per i rischi derivanti da responsabilità civile verso terzi, hanno riconosciuto ai familiari della vittima un indennizzo omnicomprensivo di 580mila euro. I bonifici sono stati già effettuati e incassati. Dall’Azienda socio-sanitaria lecchese hanno dovuto però restituire e versare nelle casse della Compagnia d’assicurazione 250mila euro, cioè la franchigia massima che risulta a carico dell’Asst.