Il 50% dei morti lombardi viene cremato, gli impianti non bastano

Nel 2020 si prevedono 54mila cremazioni, nel 2026 la percentuale salirà al 68% ma gli impianti attuali non bastano. Presentato il progetto per un nuovo tempio crematorio a Dervio dove il 70% dei defunto viene già incinerato

Il progetto del nuovo tempio crematorio di Dervio

Il progetto del nuovo tempio crematorio di Dervio

Dervio (Lecco), 12 dicembre 2020 - In Lombardia nel 2019 sono stati cremati 42.367 defunti su 99.986, cioè il 42%. Nel 2020 si ipotizza ne verranno incinerati 53.918 morti sui 120.620 totali, pari al 44,7%, più del doppio del 21% del 2008. Per il futuro la percentuale di cremazioni continuerà ad aumentare con una vera e propria impennata del ricorso ad una delle pratiche funebri più antiche. Nel 2021 si prevede che verrà cremato tra il 46,5 e il 49,47% dei defunti, nel 2022 tra il 48,56 e il 52,86%, nel 2023 tra il 50,61 e il 56,48%, nel 2024 tra il 52,67 e il 60,43%, nel 2025 tra il 54,73 e il 64,47% e nel 2026 tra il 56,79 e il 68,8%. I forni crematori attivi in regione però non basteranno a soddisfare la richiesta. Attualmente sono operativi 11 impianti con 23 linee di cremazione a metano: ad Albosaggia con 2 linee dove vengono cremati circa 2.400 defunti all'anno, a Bergamo con 2 linee dove vengono cremati circa 5mila morti, a Brescia con 2 linea dove vengono cremati circa 2.400 morti, a Busto Arsizio con una linea dove vengono cremati 1.200 defunti, a Cinisello Balsamo dove vengono cremati circa 2.400 morti, a Cremona con una linea dove vengono cremati 1.200 morti, Lodi con una linea dove vengono cremati sempre 1.200 defunti, Mantova con 2 linee da 2.400 morti, Milano Lambrate con sei linee da 7.200 defunti, Pavia con 2 linee da 2.400 defunti e Varese con 2 linee da circa 5mila feretri. Poi c'è anche l'impianto di Como con 2 linee dove potrebbero essere cremati cremati altri 2.400 defunti ma che è fermo.La capacità effettiva è quindi di 35.400 cremazioni all'anno che potrebbero salire a 43.800 con due due nuovi impianti che avrebbero dovuto essere realizzati a Esine e Quinzano d'Oglio nel Bresciano, la riattivazione del tempio crematorio di Como e il potenziamento di quelli già operativi. I nuovi impianti e gli interventi di potenziamento di quelli esistenti non basteranno comunque a soddisfare la richiesta sempre crescente. Secondo gli esperti di Regione Lombardia, che hanno realizzato un accurato studio, basandosi sui tassi demografici e sugli indici di mortalità, oltre che sulle statistiche pregresse, occorre attivare tra le 9 e le 15 nuove linee di cremazione, magari a cominciare dalle province dove al momento non esiste alcun impianto, come quella di Monza e quella di Lecco. E proprio in provincia di Lecco si sono fatti avanti alcuni investitori privati che intendono realizzare un tempio crematorio a Dervio, in Alto Lario. Il progetto è già pronto ed è stato anche depositato in municipio e presentato dal sindaco Stefano Cassinelli ai cittadini. Ora deve solo essere protocollato in Regione entro il 31 dicembre. Spettano infatti ai funzionari del Pirellone le valutazioni finali sulla compatibilità ambientale, urbanistica ed energetica e sulla corrispondenza dei requisiti legislativi per rilasciare le concessioni e i titoli edificatori, in base anche a quante proposte verranno formulate sul territorio.Il possibile futuro tempio crematorio di Dervio, dove il 70% dei defunti viene cremato, se mai verrà realizzato sorgerà all'interno del perimetro del cimitero, come prevedono del resto le normative. Si svilupperà per un'altezza massima di 8 metri e occuperà una superficie di circa 250 metri quadrati. L'ingresso sarà indipendente e appartato da quello del camposanto. Per le opere murarie è previsto un investimento di circa 2milioni di euro, più un altri milione per il forno vero e proprio. Avrà una capacità teorica di circa 7 defunti al giorno. Lo realizzeranno privati che si assumeranno l'intero onere della spesa e dovranno versare nelle casse municipali non meno di 200mila euro all'anno. Cremazioni e anche le estumazioni saranno gratuite per i residenti. L'impianto dovrà essere a basso impatto per quanto riguarda l'inquinamento e non produrrà né odori né rumori. Il trasporto dei feretri inoltre avverrà con furgoni anonimi, non con carri funebri in modo da non urtare la sensibilità di qualcuno. Dovranno essere reclutati anche tre necrofori, forse di più, che saranno scelti da chi abita in paese. Non è prevista la possibilità di cremare animali domestici, sebbene contemplata dalle normative regionali.