Dervio, la medaglia al valore atletico al canoista paralimpico: ''Lo sport rende liberi''

La storia di Kwadzo Klokpah, orfano del Ghana con problemi alle gambe che ha coronato il sogno delle Olimpiadi

Dervio (Lecco), 29 novembre 2022 – Una medaglia al merito sportivo, come i campioni olimpici dell'antica Grecia, nonostante una gamba parzialmente amputata. Kwadzo Klokpah, canoista paralimpico azzurro di Dervio, che ha 33 anni sebbene non si conosca la sua vera età perché in Ghana, sua terra d'origine, l'anagrafe nemmeno c'era quando è nato, ha ricevuto la medaglia di bronzo al valore atletico. Il valore atletico è la sua partecipazione alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 certo, i mondiali, gli europei, i titoli vinti... Ma il suo valore atletico non sono solo le vittorie ottenute oppure appena sfiorate; non è nemmeno la partecipazione alle Paralimpiadi di Tokyo 2020. Il suo valore atletico è rappresentato soprattutto dalla sua storia. E' una storia di dolore, di malattia, di sacrificio. Ed è una storia di riscatto, di accoglienza, solidarietà, di sogno che si avverano, di barriere e limiti che si infrangono.

La storia di Kwadzo

Kwadzo è un orfano nato ufficialmente nel 1989 in Ghana appunto sebbene nessuno conosca esattamente la sua vera età. Da bimbo ha rischiato di perdere entrambe le gambe a causa di una patologia congenita. Lo ha salvato e portato in Italia affinché venisse curato al meglio Stefano Cassinelli, all'epoca giovane volontario in una missione del piccolo Stato che si affaccia sul Golfo di Guinea e ora sindaco di Dervio, che lo ha anche adottato formalmente. Kwadzo, per la sua menomazione non può correre, non sulla terra ferma almeno. Corre e corre molto veloce però sull'acqua, a bordo della sua canoa, con cui fende le onde del lago di Como a colpi di pagaia. Ha cominciato e continua alla Canottieri Lecco, dove ha iniziato a pagaiare pure il suo amico pluricampione olimpionico Antonio Rossi e tanti altri campioni degli sport d'acqua.

Tokyo 2020

Poi la nazionale, i campionati italiani, quelli europei, i mondiali, i titoli europei e le Olimpiadi, il sogno di tutti gli atleti. A Tokyo 2020 non ha vinto medaglie, ma è come se sul podio ci sia salito lo stesso e con lui tutti coloro che lo hanno aiutato e sostenuto. Non avrebbe dovuto nemmeno esserci inizialmente a Tokyo, nonostante il suo palma res: è stato ripescato all'ultimo momento, ha dovuto preparare i bagagli in fretta e furia, senza un'adeguata preparazione. In acqua ha comunque ben figurato: ha realizzato il suo miglior tempo assoluto ed è arrivato sino alla finale. Ha concluso la sua esperienza a cinque cerchi con la terza posizione in finale B e l'undicesimo piazzamento a livello olimpico. Purtroppo ha avuto un problema tecnico a metà gara che gli ha fatto perdere il ritmo. In compenso è salito sul terzo gradino del podio il suo compagno di squadra Federico Mancarella.

La medaglia al valore atletico

L'altro giorno l'ennesima soddisfazione, certamente non l'ultima: la medaglia di bronzo al valore atletico, conferitagli dai vertici del Comitato italiano paralimpico regionale. “Dicono che con il sacrificio arrivano anche i risultati – commenta emozionato -. Questo riconoscimento lo dimostra. Nella vita ci sono molti limiti che ci poniamo o che ci vengono imposti, ma nello sport questi limiti vengono e devono essere abbattuti, perché lo sport rende liberi oltre ogni confine”. Non possono mancare i ringraziamenti, veri: “I dirigenti e i compagni della mia società, la Canottieri Lecco, il mio allenatore Giovanni Lozza e il presidente Marco Cariboni. E poi la mia famiglia, perché non esiste un atleta senza una famiglia alle spalle e io non smetterò mai di ringraziare la mia. Grazie agli amici e a tutte quelle persone che nel loro piccolo hanno creduto in me. Non mi dimentico degli sponsor, piccole aziende con un gran cuore. Grazie mille a tutti coloro che credono nel valore delle persone”.