Matteo Della Bordella e Leo Gheza alla conquista della Patagonia: "Non vedevamo l'ora"

Impresa nell’area del Cerro Torre, con una salita verticale mai tentata prima della parete Est. A metterla a segno il varesino, il camuno e il belga Sean Villanueva O’ Driscoll

Sean Villanueva O’ Driscoll, il varesino Matteo Della Bordella e il camuno Leo Gheza

Sean Villanueva O’ Driscoll, il varesino Matteo Della Bordella e il camuno Leo Gheza

Lecco, 15 gennaio 2023 - Una nuova via a filo a piombo, su una delle pareti della Patagonia, firmata da una cordata di fuoriclasse dell’alpinismo. Si chiama "¿Qué mirás, bobo?" (come l’ormai celebre frase di Messi ai mondiali, e qui ci troviamo in Argentina) l’ultima linea tracciata dal varesino Matteo Della Bordella, dal camuno Leo Gheza e dal belga Sean Villanueva O’ Driscoll sulla parete Est dell’Aguja Mermoz. Una lama di 500 metri lungo i quali la cordata di amici si è divertita a tracciare una via su alte difficoltà. Un inizio di stagione che ora promette bene per il ragno Della Bordella, partito quest’anno in compagnia dell’alpinista bresciano con vari obiettivi, per El Chalten, ormai una seconda casa, tanto che da un paio di anni viaggia anche con la famiglia al seguito.

Su quelle pareti di granito che tagliano il cielo della Patagonia i Ragni di Lecco lasciano la loro impronta fin dagli anni 50 e Della Bordella ha raccolto il testimone di una lunga tradizione alpinistica cresciuta sulle Grigne e diventata celebre in tutto il mondo con imprese rimaste nella storia, una su tutte la "prima" del Cerro Torre nel 1974. L’incontro con il belga, già compagno di avventure su altre pareti in giro per il mondo è stato magico come sempre. "Ci siamo incontrati per caso il primo dell’anno. Siamo andati a far boulder (arrampicata sui sassi, ndr ) e ce lo siamo trovati lì a piedi scalzi, da poco arrivato in terra argentina", spiega Matteo.

Poi, da cosa nasce cosa: "Sean avrebbe dovuto aspettare il suo socio, fino al 20 gennaio. Noi, dopo la lunga attesa di una finestra meteo, non vedevamo l’ora di tornare in montagna. Così ho buttato lì l’idea di questa via sulla est dell’Aguja Mermoz, prima con Leo e poi con Sean". Entrambi hanno subito accettato l’idea con entusiasmo: "Sean aveva la linea nella sua lista, impossibile che fosse diverso: è talmente evidente".

Il trio ha lasciato El Chaltén lo scorso 9 gennaio, per poi prepararsi a scalare nella giornata del 10. "Abbiamo attaccato la parete con le prime luci dell’alba -racconta Della Bordella -, volevamo sfruttare al massimo la breve finestra che il meteo ci stava concedendo". A inaugurare le danze è stato Leonardo Gheza: "Sale bene poi, quando è quasi alla fine del tiro, le corde muovono dei sassi che vengono giù e tranciano di netto una delle corde. Non la partenza migliore, ma almeno nessuno si è fatto male. Decidiamo di fermarci un attimo e ragionare su come procedere. Alla fine troviamo una soluzione che ci permette comunque di continuare a scalare".

Il risultato è una via di 500 metri che si sviluppa al centro della parete est dell’Aguja Mermoz. "Gradi belli tirati", precisa Matteo. "Una via difficile, bella ed estetica. Piacevole da scalare. Con una scalata in fessura fantastica e un grande diedro finale". Il trio è arrivato in cima alle 21.30 locali, con le ultime luci del giorno e un panorama unico sul sole che calava dietro al Cerro Torre: "Abbiamo scelto di bivaccare in cima, per poi scendere il giorno dopo (mercoledì 11 gennaio) e rientrare a El Chaltén. In parete non abbiamo lasciato nulla, abbiamo recuperato tutto il materiale".

Il nome della via? ¿Que miras, bobo?. Una frase che ormai in Argentina (e non solo) è diventata il tormentone dei mondiali di calcio 2022. Tradotto significa “Cosa stai guardando, idiota?”, ed è la frase pronunciata dal capitano della nazionale argentina Leo Messi all’attaccante olandese Wout Wegho dopo la vittoria ai rigori nei quarti di finale. Uno sfogo, ripreso dalle telecamere, per l’atteggiamento in campo degli avversari, che in poco tempo ha fatto il giro del mondo diventando meme e base per musica elettronica. Oggi, raggiunge le vette dell’Argentina contaminando anche il mondo dell’alpinismo. Con una partenza così non resta che attendere le prossime finestre di bel tempo.