"Vorrei realizzare quel sogno", assedio al Cerro Torre nel ricordo dei due Matteo

Della Bordella torna ancora una volta ai piedi della montagna simbolo della Patagonia per chiudere la via iniziata con Bernasconi e Pasquetto, gli amici scomparsi

Matteo Bernasconi, Matteo Pasquetto e Della Bordella

Matteo Bernasconi, Matteo Pasquetto e Della Bordella

Lecco, 11 gennaio 2022 - L’ultima volta a tentare l’impressionante diedro che taglia la parete Est del Cerro Torre era stata una cordata formata da tre “Matteo”. Della Bordella, scalatore varesino ora trapiantato in Valle d’Aosta, Matteo Pasquetto anche lui varesino e il comasco Matteo Bernasconi. Testardi come possono essere certi “Maglioni rossi“, i celebri Ragni di Lecco, si erano messi al lavoro sulla montagna simbolo della Patagonia nei primi giorni di febbraio 2020 per concludere quella linea bellissima che fu tentata negli anni Ottanta e mai più salita. Poi il meteo e le condizioni della montagna “più bella e difficile” avevano avuto la meglio anche su una cordata di climber fortissimi come la loro. I tre si erano poi rifatti sulle altre cime della Patagonia ma il destino lo stesso anno aveva deciso di stravolgere per sempre quell’amicizia.

Nel maggio del 2020 , in una delle prime uscite dopo lockdown Matteo Bernasconi perse la vita travolto da una valanga sul pizzo del Diavolo in Valtellina, Pasquetto in agosto precipitò dalle Grandes Jorasses mentre scendeva dopo aver aperto una nuova via sulla parete Est. Due tragedie che avevano duramente colpito il mondo dell’alpinismo italiano e soprattutto il loro amico. "Oggi la nostra cordata non esiste più e riprendersi da un colpo del genere è un cammino difficile - spiega Della Bordella -.Tuttavia, preferisco pensare a ciò che mi è stato dato, piuttosto che a ciò che mi è stato tolto. I momenti vissuti, le emozioni condivise, i sogni ambiti assieme ai due amici sono tra i regali più belli che la vita abbia potuto farmi".

Dopo un anno di stop Della Bordella ha deciso di tornare ai piedi del Torre per concludere ciò che aveva iniziato con gli amici: "Eccomi qui con in tasca un sogno, con qualche consapevolezza in più e con la voglia di ritentare la nostra linea sul Cerro Torre, perché scalare le montagne è la cosa che ho deciso di fare nella mia vita e perché, si sa, i sogni sono più belli quando diventano realtà". Per questo nuovo tentativo, ha scelto di legarsi ai compagni dei Ragni di Lecco Matteo De Zaiacomo e David Bacci. I tre sono atterrati a Buenos Aires e hanno iniziato il lungo viaggio via terra verso El Chaltén, la loro casa per i prossimi mesi di avventura. Nei prossimi giorni trasporteranno i pesanti carichi ai piedi della parete Est del Cerro Torre per poi tentare di concludere la partita con il “Diedro degli inglesi”.

"Avevo una grande curiosità: vedere come fosse scalare questa bellissima linea. Un diedro evidentissimo che si vede fino dal fondo valle. Una via tentata negli anni 80 da una cordata inglese sulla quale poi nessuno ci ha più messo le mani - racconta il presidente dei Ragni Matteo della Bordella dei due tentativi -. L’idea era nata ancora una volta insieme a “Berna“. Il primo anno cercavamo un terzo che facesse parte della cordata e abbiamo trovato Matteo Pasquetto. Poi Berna aveva avuto un infortunio e ci avevamo provato in due".

Della Bordella e Bernasconi infatti erano i nomi della super cordata che aveva aperto la lunga partita sull’inviolata parete Ovest della Torre Egger. U n assedio durato tre stagioni. Anche al secondo tentativo il Cerro Torre però li aveva respinti. Gli ultimi 400 metri finali erano ricoperti da uno spesso strato di ghiaccio: "Tentarlo sarebbe stato oltremodo pericoloso". Accantonato quindi il progetto i tre Matteo si erano dedicati a un nuovo obiettivo riuscendo nell’apertura di una nuova linea sullo spigolo Nord dell’Aguja Standhardt: "800 metri lungo strapiombi, placche e un diedro ad angolo retto dalla geometria perfetta, che battezzammo “Il dado è tratto“. Una salita che oggi assume un valore ancora più grande, perché è stata l’ultima avventura vissuta insieme". La foto scattata in vetta con i loro sorrisi contagiosi è un’immagine che ancora oggi commuove.