Crollo del ponte di Annone: "Si poteva evitare. Con una telefonata"

Al processo parla il consulente della Procura

Il ponte di Annone Brianza crollato

Il ponte di Annone Brianza crollato

Annone Brianza (Lecco), 26 gennaio 2021 -  «Il crollo del ponte di Annone poteva essere evitato, bastava una semplice comunicazione telefonica". Il professor Marco Di Prisco, ordinario di Ingegneria civile e ambientale al Politecnico di Milano, consulente della Procura di Lecco sul crollo del cavalcavia avvenuto alle 17,20 del 28 ottobre 2016, dove è morto Claudio Bertini e altre 6 persone sono rimaste ferite con conseguenze fisiche e psicologiche, nell’udienza di ieri ha fatto subito chiarezza. "Su quel ponte, che era lesionato e dove non potevano transitare mezzi superiori alle 44 tonnellate, sono stati autorizzati transiti pesanti anche superiori alle 108 tonnellate". La prima responsabilità – ha ricordato il consulente della Procura – "è della Provincia di Lecco che in qualità di ente gestore della viabilità avrebbe dovuto apporre un cartello per limitare la portata massima a 44 tonnellate, escludendo trasporti eccezionali di massa, il che avrebbe consentito al cavalcavia di non subire ulteriori carichi nel tempo".

I quattro imputati, Angelo Valsecchi e Andrea Sesana, dirigente e funzionario della Provincia di Lecco, Giovanni Salvatore, capo settore manutenzione Anas e responsabile della statale 36 e Silvia Garbelli, funzionario della Provincia di Bergamo, devono rispondere di lesioni, omicidio colposo e disastro colposo per il crollo davanti al giudice Enrico Manzi, l’accusa è condotta dal pm Andrea Figoni. Oltre a chiarire la causa del crollo ("uso improprio, che ha imposto alla struttura carichi vicini alla sua capacità estrema"), Di Prisco ha ricostruito la questione legata alle autorizzazioni, che venivano rilasciate senza alcun controllo sia dalla Provincia di Bergamo sia da quella di Lecco, soprattutto senza "tracciare i percorsi". "Tra l’altro – ha concluso Di Prisco - sono state fatte delle manutenzioni, ma c’erano problemi strutturali, con fessurazioni che andavano approfonditi e invece si è agito solo superficialmente". Infine dal consulente è emerso che la tragedia poteva essere evitata: "Basta una comunicazione telefonica per evitare il passaggio di quei mezzi pesanti e non sarebbe crollato".