Il processo ai 4 imputati di omicidio colposo e disastro colposo per il crollo del ponte di Annone del 28 ottobre 2016, che provocò la morte di Claudio Bertini, 65 anni, di Civate e il ferimento di altre 7 persone, si è aperto ieri. Il giudice monocratico Enrico Manzi ha dichiarato che intende procedere celermente perché "questo processo inizia dopo quasi 4 anni dal fatto, quindi si andrà in modo spedito, con più udienze al mese, fissate anche in seduta straordinaria". C’è, infatti, il rischio della prescrizione. La Procura si è detta disponibile ricordando però la carenza di magistrati che sta penalizzando l’attività. Nell’udienza che si è svolta nell’auditorium della Camera di Commercio, sede scelta dal tribunale per garantire il distanziamento, erano presenti gli imputati Andrea Sesana, ingegnere, 39 anni, funzionario del Servizio concessioni e reti stradali della Provincia di Lecco, Giovanni Salvatore, ingegnere, 59 anni, capo settore manutenzione Anas e responsabile statale 36 e Silvia Garbelli, 59 anni, funzionario Pianificazione territoriale e grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo. Sono già usciti dal processo Roberto Torresan, ingegnere di Busto Arsizio, 56 anni, professionista, che nel 2012 aveva redatto per Anas la perizia sul viadotto crollato il 28 ottobre 2016, uno studio che non avrebbe evidenziato criticità statiche della struttura, che ha patteggiato una condanna a un anno e due mesi lo scorso anno, mentre la posizione di Eugenio Ferraris, 61 anni, dirigente Grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo, è stata archiviata. Sono state subito sollevate eccezioni da parte dei difensori, in particolare per quanto riguarda il ruolo della Provincia di Lecco, che assume il duplice ruolo di responsabile civile e parte civile. Gli avvocati Stefano Pelizzari ed Edoardo Fumagalli, che assistono Andrea Sesana e Angelo Valsecchi, hanno chiesto di estromettere dal processo la Provincia di Lecco e anche il Codacons, ...
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