Crisi Voss, l’azienda questa volta si presenta ma non cambia idea

"Cambiano i toni, ma non i contenuti", conferma Alvaro (Fiom). L’incontro in Regione si conclude con un nulla di fatto

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Cambia la forma, non la sostanza. Nonostante i toni più concilianti e collaborativi rispetto a quelli manifestati durante i precedenti incontri, i vertici della Voss di Osnago che ieri si sono seduti nuovamente al tavolo con i rappresentanti sindacali dei 70 lavoratori che intendono licenziare non vogliono concedere nulla sulla possibilità di mantenere aperta la storica torneria fondata nel 1954 e acquisita nel 2016 da imprenditori di una fondazione bavarese. Per questo operai e impiegati a cui prima di Natale è stato annunciato lo smantellamento del polo produttivo e che perderanno il posto di lavoro hanno deciso di proseguire a oltranza il presidio allestito ormai da quasi un mese per impedire che vengano portati via macchinari e attrezzature. "Cambiano i toni, ma non i contenuti", conferma Domenico Alvaro della Fiom Cgil Lecco.

"I manager dell’azienda sono stati più concilianti ma non sembrano intenzionati a riconsiderare la decisione di chiudere e trasferire la fabbrica - aggiunge Lorena Silvani di Fim Cisl Monza Brianza Lecco -. L’incontro si è concluso in un nulla di fatto. Nel frattempo lavoratrici e lavoratori continuano a presidiare la fabbrica. Nonostante la stanchezza, la frustrazione e i disagi non intendono retrocedere".

Chiedono di valutare se qualche investitore sia disponibile a rilevare e proseguire l’attività per garantire la continuità produttiva e soprattutto occupazionale, invece che discutere solo di ammortizzatori sociali. Intanto si attende anche una convocazione da parte del sottosegretario al ministero della Sviluppo economico Alessandra Todde. D.D.S.