Crac Gestisport, chiusi 9 centri sportivi comunali: ''Stiamo cercando un altro gestore''

Per l'impianto di Merate ci sono 4 operatori interessati a riaprirlo, ma ci vuole tempo. Problemi dal Pavese al Milanese al Varesotto

Il centro sportivo di Merate

Il centro sportivo di Merate

Merate (Lecco), 8 gennaio 2022 – Un centro sportivo comunale anzi nove in cerca di gestore. Sono quelli di Merate e Oggiono in provincia di Lecco, Gorla Minore e Jerago in provincia di Varese, Voghera ne Pavese e ancora Bresso, Carugate, Lainate e San Donato del Milanese, dove fino all'altro giorno lavoravano tra i 400 e i 500 collaboratori sportivi e si allenavano, nuotavano e seguivano corsi fino a 25mila utenti. A cercare nuovi gestori che si facciano carico, possibilmente in fretta, delle strutture sono i sindaci dei paesi dove venerdì mattina all'improvviso gli impianti sono stati chiusi su richiesta del curatore fallimentare Mario Candiani e ordine del giudice del tribunale di Milano in seguito alla dichiarazione del fallimento dell'antivigilia di Natale della Gestisport, società sportiva dilettantistica di Cargura fondana nel 1986 i cui operatori li avevano in appalto. Inizialmente erano stati concessi tre mesi di esercizio provvisorio per consentire un passaggio di consegne meno traumatico possibile per dipendenti e clienti, senza interrompere il servizio, ma a quanto sembra i costi di esercizio sarebbero stati troppo elevati e i debiti stavano continuando ad aumentare. Per alcune strutture, come quella di Merate, realizzata nel 1983 ma stata rimessa a nuovo nel 2018, ci sarebbero già alcuni investitori interessati, forse 4, ma ci vorrà comunque tempo per la “voltura” e la riapertura del centro, composto da piscine interne ed esterne, sala fitness, spa con sauna e idromassaggio, solarium, palazzetto dello sport e servizi annessi, ammesso che l'affare vada in porto. “Siamo pronti a consegnare l'impianto alle medesime condizioni – spiega l'assessore a Bilancio e Sport Alfredo Casaletto -. Abbiamo avuto diversi contatti. Speriamo di risolvere la situazione”. L'obiettivo è garantire continuità occupazione ai circa 80 collaboratori sportivi e poi naturalmente di attività ai 3mila abbonati, molti dei quali hanno pagato ingressi annuali e rischiano di rimetterci i soldi. Non si tratta tuttavia di un iter immediato: sebbene tutto filasse liscio ci sono tempi tecnici e procedure da rispettare. Di mezzo ci sono inoltre pure altre società, poiché l'appalto era stato aggiudicato ad una ati, cioè una associazione temporanea di imprese, composta da Italgreen e Tipiesse di Villa d'Adda, Gestisport appunto e Iccrea BancaImpresa di Rima. Soprattutto però ci sono tanti soldi, tra cui un canone annuo da pagare di 200mila euro, che sono parecchi in tempi di pandemia.