Covid, a Lurago soccorritori contestati: "Rabbia e rammarico"

Succede anche questo durante la seconda ondata di Coronavirus: "Si sta diffondendo l’idea che ci stiamo inventando i servizi di emergenza"

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Costretti dall’emergenza a svolgere turni interminabili, con cambi di personale lungo la strada, a indossare per ore mascherina, occhiali, cuffia, calzari, due paia di guanti, a convivere con il terrore di portare il virus ai genitori anziani per poi rientrare in sede e dover affrontare faccia a faccia chi sostiene che i servizi di emergenza a sirene spiegate sono inventati per incutere timore nella popolazione. Succede anche questo durante la seconda ondata di Covid-19 e ad essere presi di mira sono tanti soccorritori, come coloro che mettono l’anima per far funzionare la Sos di Lurago d’Erba, una realtà attiva da 35 anni. 190 volontari e otto dipendenti. Come tutti, sono stati investiti dal grande picco di interventi delle scorse settimane che ha provocato una grande pressione sul sistema soccorso. I numeri sono lì a dimostrarlo, ma come purtroppo è capitato in altri ambiti più grandi come Milano e in altre città lombarde, anche un ente molto legato alla realtà locale si è ritrovato ad affrontare chi sostiene che sia tutta un’invenzione. Il rammarico è ancora più grande in una situazione di paese come quella di Lurago, dove tutti si conoscono e queste voci finiscono per destabilizzare maggiormente chi invece sta facendo la sua parte in questa lotta estenuante.

"Pensavamo avvenisse in luoghi lontani da nostri paesi e invece è successo anche da noi - Nel territorio sul quale operiamo si sta diffondendo l’idea che la nostra associazione si stia inventando servizi di emergenza per correre a sirene spiegate nelle vie dei nostri paesi con il solo scopo di incutere timore alla popolazione, a seguito di “pressioni ricevute dall’alto”, spiegano dall’associazione. Dalle parole qualcuno è passato anche ai fatti e si è presentato direttamente in sede per ribadire il concetto. Quando si è sentito rispondere la situazione è anche peggiorata: “E’ il vostro lavoro, non piangete solo per farvi onore”, è stata la risposta. "Ci rimaniamo male, soprattutto dopo un mese da incubo come quello appena trascorso", spiegano da Lurago. Purtroppo si è visto di tutto durante questa seconda ondata in Italia, compreso persone che inseguivano le ambulanze fino al pronto soccorso per “verificare” se si trattasse di vere emergenze. "Ognuno di noi sa di aver fatto la propria parte: non a parole ma con i fatti. Siamo certi che tutto ciò lascerà in ognuno di noi un segno importante... Ma non sarà certo quello di finte uscite a sirene spiegate per spaventare chi ci sta accanto".

Federico Magni