Coronavirus, mamma paziente e figlia infermiera: una foto che regala speranza

La madre collegata al respiratore e la figlia infermiera che si prende cura di lei. "L’aspetto più infido del virus è l’isolamento dei pazienti"

Cristina Stropeni e Teresina Locatelli

Cristina Stropeni e Teresina Locatelli

Mandello (Lecco), 8 aprile 2020 - I due pollici alzati come ad indicare che andrà tutto bene, gli sguardi che esprimono finalmente gioia per il pericolo scampato e che ora pare più lontano e i sorrisi che traspaiono da sotto la mascherina chirurgica della figlia e il respiratore della madre finalmente di nuovo insieme sono diventati uno dei simboli di resilienza e speranza laddove resistere e credere che presto tutto ciò finirà sembra impossibile. Il selfie che ritrae Cristina Stropeni, infermiera di 40 anni di Capriate, e sua mamma Teresina Locatelli di 74, originaria di Mandello del Lario ma che da tempo abita a Osio Sotto con il marito Pasqualino ex vogatore della Canottieri Moto Guzzi ed ex dipendente dell’Aquila mandellese, è stato infatti scattata al Policlinico San Marco di Zingonia, epicentro della pandemia di coronavirus, dove la madre è ricoverata in terapia intensiva in condizioni critiche proprio per la Covid-19 e la figlia presta servizio nelle camere operatorie. Le due donne fino all’altro ieri non si sono potute vedere per due settimane, perché la figlia era in convalescenza a casa e la mamma appunto in isolamento in ospedale.

«È molto dura, perché per lavoro so perfettamente quello sta affrontando mia madre, non ho bisogno di chiederlo a nessuno – confida l’infermiera di lungo corso diplomatasi nel 1999, che prima di approdare nelle camere operatorie è stata in Ucc e Rianimazione -. Nel contempo devo essere forte per mio padre e per le mie due sorelle. Per fortuna grazie alla mia professione nel contempo i medici, i colleghi e gli altri operatori sanitari mi aggiornano costantemente sulla sua situazione». Poterla vedere di persona e assisterla direttamente è però tutt’altra cosa:

«È come una liberazione dal peso di un macigno, per me ma certamente anche per lei, perché uno degli aspetti più infidi di questa malattia è l’isolamento dalle persone che si amano e la sensazione di essere lasciato soli». Il percorso per la guarigione è ancora lungo, ci vorrà parecchio per percorrerlo tutto: «Mia mamma Teresina è debilitata, indossare la maschera della cpap per l’ossigeno è estenuante, ma è una tipa tosta, non molla e sono certa che ne uscirà bene, specie adesso che si siamo viste e possiamo stare di nuovo insieme, perché il morale è determinante per stare bene e continuare a combattere», spiega la figlia che ha voluto scattare la foto con la madre per regalare a tutti una testimonianza diretta di positività, anche lì, in uno dei peggiori gironi del coronavirus.