Anche Confindustria spezza i rami del Lario

L’associazione di Lecco e Sondrio guarda alla provincia di Bergamo per crescere ed aumentare l’efficienza organizzativa e “lascia” Como

Primo a destra il numero uno di Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva

Primo a destra il numero uno di Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva

Lecco, 27 gennaio 2021 - È stato fatto il primo formale passo per avviare l’iter – che si dovrebbe concludere nel 2022 – che porterà alla fusione tra Confindustria Bergamo e Confindustria Lecco e Sondrio. Il progetto basa i suoi presupposti sulla forte interconnessione dei due territori, che condividono diverse peculiarità: la vocazione manifatturiera, l’intensa specializzazione meccanica, l’alta propensione all’internazionalizzazione. Il settore manifatturiero esprime a Bergamo, a Lecco e a Sondrio rispettivamente il 32%, il 35,8% e il 19,8% del valore aggiunto, l’industria meccanica dà lavoro rispettivamente al 56%, al 69,4% e al 37,7% di addetti sul totale della manifattura. A Confindustria Bergamo sono associate circa 1.200 imprese che danno lavoro a 83.600 dipendenti, a Confindustria Lecco e Sondrio, sono associate circa 710 imprese che danno lavoro a 35.000 dipendenti. La fusione permetterà il raggiungimento di una massa critica che aumenterà l’efficienza organizzativa.

Gli Associati avranno a disposizione la sede di Bergamo collocata strategicamente sull’asse Torino-Venezia, nelle vicinanze dell’aeroporto di Orio, mentre la provincia di Sondrio, oltre a essere un’importante cerniera con la vicina Svizzera, sarà sotto i riflettori come sede di alcune delle più importanti gare delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 e, protagonista, nel prossimo periodo, di importanti investimenti in termini di infrastrutture. Uno sviluppo logistico che interesserà Lecco. "In un contesto sempre più complesso come quello attuale – sottolinea il presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia – diventa ancora più importante aprire i propri confini, condividendo competenze e conoscenze e riconoscendo la propria identità non più nella mera appartenenza a un territorio, ma nei comuni valori dell’impresa". "La propensione a collaborare, a creare sinergie e allargare gli orizzonti di cooperazione è un elemento strategico per affrontare le sfide della modernità" conclude il collega di Lecco, Lorenzo Riva.