Colico, Daniel e Riccardo morti per cocktail di droghe e alcol. Assolta amica valtellinese

Il giudice ha stabilito che non c’è prova di colpevolezza. Il pm aveva chiesto la condanna a tre anni e mezzo

Riccardo Micheli e Daniel Ghedin

Riccardo Micheli e Daniel Ghedin

Lecco - Non ci sono responsabili per la tragica fine di Daniel Ghedin e Riccardo Micheli, 19 e 18 anni, morti il 26 aprile dello scorso anno in un appartamento sulla via Nazionale di Colico dopo un festino a base di un micidiale cocktail di alcol e metadone. "Non è stata raggiunta la prova", così il giudice dell’udienza preliminare, Salvatore Catalano ha motivato l’assoluzione di Eala Della Morte, 21enne, residente in Valchiavenna, amica dei due giovani deceduti. Era accusata di cessione di sostanza stupefacente e morte quale conseguenza di altro delitto. La Procura - con il magistrato Paolo Del Grosso - dopo la tragedia dello scorso anno che aveva scosso Alto Lario, Valchiavenna e Valtellina, ha ricostruito con i carabinieri quanto accaduto nel pomeriggio del 26 aprile di un anno fa a Colico e al termine della discussione ha chiesto la condanna della 21enne a 3 anni e 6 mesi. Secondo il magistrato Eala Della Morte avrebbe ceduto la sostanza stupefacente che poi ha portato alla morte di due amici. Il decesso - secondo gli esiti dell’autopsia ed esami tossicologici - è avvenuto per un abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Dopo il festino, i due ragazzi che si erano addormentati non si sono più svegliati.

Nell’indagine – condotta dai carabinieri di Colico e del Comando provinciale di Lecco – erano finite due amiche ma la richiesta di rinvio a giudizio è stata formulata dalla Procura solo nei confronti di Eala Della Morte, 21 anni, residente in Valchiavenna, per la presunta cessione ai due amici di un oppoide sintetico che avrebbe provocato il loro decesso. Secondo la Procura sarebbe stata proprio la 21enne a fornire il metadone ai due amici che, mischiato con alcol, ne ha provocato poi la morte. Eala Della Morte, già in cura al SerT, possedeva quelle boccette e le avrebbe passate a Daniel e Riccardo. I difensori di Eala, gli avvocati Manuela Ghezza del Foro di Sondrio e Marcello Perillo del Foro di Lecco, hanno chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Inizialmente aveva anche avanzato l’istanza di un rito abbreviato condizionato all’esame dattiloscopico delle boccette, che è stata però rigettata dal giudice dell’udienza preliminare perché non decisiva ai fini dell’accertamento della penale responsabilità della ragazza. All’udienza di ieri hanno partecipato anche i familiari dei due ragazzi deceduti, ma solo la famiglia di Daniel Ghedin si è costituita parte civile, avanzando la richiesta di un risarcimento. I legali della 21enne hanno insistito - nelle loro conclusioni - sulla carenza di prove e al termine di due ore di camera di consiglio il Gup Salvatore Catalano ha letto la sentenza di assoluzione di Eala Della Morte perché "non è stata raggiunta la prova".