Chiuso il negozio che vende bare: è mafioso l’impero del caro estinto

Calolziocorte, è la terza interdittiva dall’inizio dell’anno nei confronti di un’attività nel Lecchese

Il prefetto Castrese De Rosa ha imposto la serrata con una interdittiva

Il prefetto Castrese De Rosa ha imposto la serrata con una interdittiva.

Calolziocorte (Lecco), 26 febbraio 2021 - Le bare del discendente dei boss della ‘ndrangheta non si vendono più in provincia di Lecco. Il prefetto Castrese De Rosa ha imposto con una interdittiva la serrata della “Europa cofani funebri“ di Calolziocorte, attività di commercio di bare, intestata a Nuccio Arcuri, 24 anni, nipote di Carmine Nuccio Vrenna, sorvegliato speciale morto nel 2007 all’età di 52 anni che era figlio dello spietato Luigi "U Zirru", capobastone di una cosca crotonese scomparso a 83 anni nel 1992, il quale, tra tutto il resto, il 23 settembre 1973, ha ordinato l’eliminazione di due figli piccoli di un rivale. Il 24enne è inoltre figliastro di Giancluca Balestrieri che nel 2018 a Pontida ha sposato Francesca Vrenna. Per fare un regalo alla novella sposa, che risulta assolutamente incensurata, nell’estate del 2019 ha intitolato la sua ormai ex agenzia di pompe funebri di Olginate al nonno ‘ndranghetista defunto.

L’agenzia funebre, che era una sorta di succursale di un impero del caro estinto con base a Crotone, è comunque rimasta aperta soli pochi mesi, chiusa nel dicembre 2019 dall’ex prefetto Michele Formiglio proprio perché in odore di mafia. Il patrigno, che tra l’altro era affidato in prova agli assistenti sociali per una serie di guai giudiziari in Italia e all’estero per estorsioni, droga, ricettazione, rapina e furto, risulta però non sia rimasto disoccupato a lungo, perché reclutato nel nuovo ramo dell’impresa di famiglia direttamente dal figliastro pronipote del capostipite del clan Vrenna – Corogliano – Bonaventura.

Nel 2008 finirono in manette alcuni affiliati tra i quali molti suoi parenti nell’ambito della maxi inchiesta antimafia "Heracles". "Attraverso un’approfondita ed articolata istruttoria è stato possibile individuare chiari indici di continuità aziendale", spiegano dalla prefettura. Nonostante il cambio di denominazione, di proprietari e in parte di settore poiché il patrigno le bare le utilizzava mentre il figliastro le vendeva, a gestire gli affari sarebbero stati sempre gli stessi.