Cesana dà il via libera all'ampliamento dell'Eusider, scatta la protesta

Nuovi impianti su un'area grande come due campi da calcio previsti in un'area agricola fra i laghi di Annone e Pusiano. "Assurdo con tutti i capannoni dismessi esistenti in paese", protestano gli ambientalisti.

L'Eusider di Cesana

L'Eusider di Cesana

Cesana Brianza (Lecco), 14 luglio 2018 - Un piccolo comune in riva al lago di Pusiano come Pittsburgh, la città dell’acciaio a stelle e strisce. Il Consiglio comunale di Cesasna Brianza hanno concesso il via libera all’ampliamento degli stabilimenti dell’Eusider di via del Brughetto, colosso brianzolo della metallurgia. L’intervento riguarda un superficie di oltre 15mila metri quadrati, accanto ai capannoni già esistenti. L’equivalente, tanto per intenderci, di due campi da calcio. L’operazione consentirà di ricavare gli spazi per nuove lavorazioni, nuovi macchinari, nuove aree di stoccaggio e anche nuovo personale tra tute blu e colletti bianchi, mentre nella casse municipali entreranno oltre 640mila euro, tra oneri di urbanizzazione, interventi ambientali compensativi e cambi di destinazione d’uso e riqualificazioni di alcuni comparti.

"E’ tutto sommato un buon risultato", commenta il vicesindaco Luisa Airoldi. Non la pensano però allo stesso modo i rappresenti della minoranza, che infatti hanno abbandonato l’aula perché contrari all’ennesima cementificazione. Pure gli attivisti del Circolo ambientale Ilaria Alpi di Merone cassano l’operazione bocciandola senza appello. «Il progetto prevede l’ampliamento del capannone esistente, andando ad interessare un’area di circa 15mila metri quadri, pari a più di due campi di calcio di serie A su alcune zone aree agricole di valore ecologico e paesaggistico che uniscono naturalisticamente i laghi di Annone e di Pusiano", denuncia il presidente Roberto Fumagalli. 

Il quale punta il dito pure contro il rischio di dissesti idrogeologici. "Con tutti i capannoni dismessi esistenti nella Brianza lecchese, ed anche nei dintorni di Cesana Brianza, è assurdo consumare suolo vergine – prosegue – Il progetto doveva essere respinto. Dopo che la crisi economica ha determinato anche nel nostro territorio la chiusura di molte attività produttive, con conseguente disponibilità di aree industriali dismesse, abbandonate a loro stesse, a Cesana si preferisce consumare suolo intenso, che invece dovrebbe essere il bene più prezioso da preservare".