Catalogo delle donne single: prime denunce e mobilitazione

Aperta un’inchiesta, individuato il responsabile che però è sparito

Una ragazza al pc

Una ragazza al pc

Lecco, 13 maggio 2017 - Sul catalogo delle donne single di Lecco in vendita online all’insaputa delle 1.218 interessante, a cui è stato «rubato» il profilo Facebook è stato aperto un fascicolo d’inchiesta. Gli agenti della Mobile avrebbero anche già individuato il responsabile dell’iniziativa editoriale, dopo che diverse ragazze, le cui foto e generalità, insieme ad altri dati, sono finiti nella pubblicazione internet, hanno sporto denuncia. Sarebbe un valmadrerese, molto conosciuto e attivo nel settore del volontariato ed esperto informatico, di cui al momento tuttavia si sono perse le tracce. A quanto sembra non aveva alcuna intenzione di provocare del male a nessuno, né di lucrare sfruttando l’immagine delle giovani, alcune anche minorenni, e delle signore coinvolte.

Tanto meno si aspettava un simile clamore. Semplicemente non si sarebbe reso conto delle conseguenze della proprie azioni. È lui il responsabile del Comitato culturale Orangita Books, un’associazione lecchese fondata nel 2013 attraverso la quale ha organizzato pure un concorso letterario e a cui fa capo il catalogo. Pare abbia provato a disattivare o chiudere i siti internet a lui intestati, compreso quello della sedicente associazione culturale.

«Tramite la tracciatura del flusso monetario legato all’acquisto del file in formato .pdf che raggruppa tutti i profili e mediante altri accertamenti tecnici siamo anche riusciti ad individuare la società che edita la pubblicazione – spiega inoltre Marco Cadeddu, comandante della Mobile -. Si tratta nello specifico della Lulu pressi Inc. con sede a Raleigh in Carolina del Nord negli Stati Uniti con lo scopo di permettere agli autori di pubblicare le proprie opere direttamente senza incaricare un editore». Gli incartamenti sono ora in mano al procuratore capo Antonio Angelo Chiappani. Sotto il profilo giuridico la questione è tutt’altro che semplice, i dati utilizzati, sebbene senza informarne i titolari, risultano di dominio pubblico. Chi potrebbe semmai eccepire qualcosa sarebbero i vertici di Facebook, a cui le donne in questione hanno ceduto tutto il materiale postato sul social network al momento dell’iscrizione.

Non si esclude tuttavia che il presentare le single come disponibili ad intrattenere relazioni semplicemente perché non sono impegnate sentimentalmente possa prefigurarsi come diffamazione, aggravata dalla divulgazione in rete. La consigliera provinciale alle Pari opportunità Adriana Ventura esprime per questo «forte dissenso», lamenta un «danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana» delle coinvolte loro malgrado, «utilizzate, mercificando la figura della donna single come un qualsiasi prodotto di consumo pronto all’acquisto» e si riserva di «intraprendere le azioni che il caso richiede». Il Catalogo dei profili Facebook delle donne single di Lecco dovrebbe comunque essere ritirato entro oggi. In teoria era stato annunciato che la distribuzione sarebbe stata sospesa ieri, ma le richieste sono aumentate e con esse anche il prezzo, salito a 7,15 euro, tanto da spingere chi ne gestisce la vendita a temporeggiare.