Lecco, le casse dell’Asst sono vuote: mancano i soldi per le sostituzioni

Le strutture non hanno più liquidità per retribuire gli operatori sanitari richiamati in servizio all’ultimo momento per sostituire i camici bianchi assenti per i motivi più disparati

Ospedale

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Sono finiti i soldi in Asst di Lecco. Almeno quelli per pagare infermieri e operatori sanitari che vengono richiamati in servizio all’ultimo momento per coprire i colleghi che non si presentano al lavoro senza un preavviso utile. Il budget preventivato è stato prosciugato, le risorse stanziate a bilancio per il 2022 sono terminate con due mesi e mezzo di anticipo. Il budget era di 150mila euro a disposizione, oltre 2mila sin qui i richiami in servizio. Da ieri è stata quindi sospesa la retribuzione dei "ris", i richiami in servizio appunto, una sorta di pronta reperibilità in caso di emergenza. Quanti sono disponibili e vengono reclutati per tappare i buchi devono accontentarsi di quanto riconosciuto per i normali straordinari: sono parecchi soldi in meno, fino a 70 euro per turno. In alternativa possono accantonare le ore extra dei giorni di riposo saltati per recuperarle non si sa quando. A comunicarlo è stata Katia Rusconi, responsabile del settore Professioni sanitarie della sanità pubblica lecchese.

«Il fondo economico per la retribuzione dei ris è stato completamente utilizzato – spiega in una mail ai coordinatori infermieristici, cioè i capisala, e ai rappresentanti sindacali -. Gli operatori che rientreranno i n servizio non percepiranno il gettone, ma le ore di servizio continueranno ad essere retribuite come lavoro straordinario". Ammesso che si trovi qualcuno disponibile. I vertici della direzione amministrativa hanno già battuto cassa in Regione "per valutare finanziamenti alternativi". Una situazione che, purtroppo, è comune anche ad altri nosocomi lombardi, non solo a quelli in riva al Lario.

«La gestione del budget fa acqua da tutte le parti – denuncia Francesco Scorzelli, funzionario regionale di Usb e sindacalista della Rsu interna -. Se mancano persone e se occorre effettuare straordinari continuativi, perdendo di vista il significato di “lavoro straordinario“, allora il modello è fallimentare". I 2mila dipendenti non medici dell’Asst di Lecco – dottori esclusi quindi - devono inoltre essere ancora pagati per le 177mila ore di tempo di vestizione degli ultimi 5 anni. Hanno poi 4.500 giorni di ferie arretrate da smaltire e 158mila ore di straordinario da recuperare. "La sanità pubblica è sempre più indebolita – commenta Lello Tramparulo, segretario generale della Fp Cgil territoriale -. Si acutizza la cronicità delle carenze di personale che impattano sui turni di lavoro sempre più massacranti e sulla tenuta e qualità dei servizi, che vengono sospesi o chiusi. Nei tre ospedali del territorio di Bellano, Lecco e Merate, la situazione è sempre più difficile".