Lavoro a rischio, Lecco arriva prima: cassa extra per chi perde il posto

Patto fra tutti i Comuni e la società civile, pronto un milione per i disoccupati. Contributi fino a 1.400 euro

Maria Grazia Nasazzi e il prefetto di Lecco Castrese De Rosa

Maria Grazia Nasazzi e il prefetto di Lecco Castrese De Rosa

Lecco - Un patto per il lavoro anche in vista del temuto sblocco dei licenziamenti. Lecco fa scuola in Lombardia ed è tra le prime realtà a definire un piano per chi ha perso il posto e deve sbarcare il lunario. La Prefettura, con la collaborazione della Fondazione Lecchese, Camera di Commercio, associazioni imprenditoriali e forze sociali, tra cui la Caritas, e gli 84 Comuni hanno sottoscritto uno storico accordo e metteranno mano al portafogli. La dotazione iniziale è di un milione di euro, grazie al contributo di un euro per ogni residente stanziato da tutti i Comuni del Lecchese (complessivamente 340mila euro), altri 500mila euro arrivano dalla Fondazione Cariplo e contributi arriveranno da Fondazione Vismara e Fondazione Comunitaria Lecchese.

«Questo è un primo passo, un progetto condiviso da tutti – enti e associazioni – a sostegno di chi ha perso il lavoro o è in difficoltà nella fase post pandemia", commenta Maria Grazia Nasazzi, presidente della Fondazione comunitaria. Il prefetto di Lecco Castrese De Rosa, che ha promosso l’iniziativa "Aiutiamoci nel lavoro", ha ribadito che "si tratta di una risposta concreta ed inedita ai bisogni emergenti dei lavoratori e rappresenta un unicum nel panorama nazionale. Per tutti noi è fondamentale che nessuno sia lasciato solo e la solidarietà è una risposta a tutti e a non sprecare anche questa crisi". Nell’ultimo anno e mezzo e con il lockdown per la pandemia in provincia di Lecco sono stati persi mille posti di lavoro, pari allo 0,7% del totale e ben 13mila lavoratori hanno usufruito della cassa integrazione. Stime sindacali ipotizzano che lo sblocco dei licenziamenti potrebbe portare in tutta la regione alla perdita di 120mila posti di lavoro. E da qui la necessità di agire. È entrata nei particolari dell’iniziativa Marcella Nicoletti, capo dell’ufficio di Gabinetto della prefettura di Lecco, che ha posto l’accento sulla doppia esigenza: "Garantire il sostegno al cittadino e tutelare la tenuta del sistema sociale".

Da inizio settembre si potranno presentare le richieste di sostegno al Fondo – sul sito delle Fondazione Comunitaria Lecchese – e il contributo oscillerà da un minimo di 400 euro ad un massimo di 1.400 euro, e potrà essere utilizzato per spese alimentari o medicinali, per il pagamento dei servizi essenziali come l’asilo per i figli e spese scolastiche, trasporti pubblici, il pagamento di affitto o spese condominiali. «Per noi – aggiunge Guido Agostoni, presidente del Distretto Lecco, a nome di tutti e gli 84 sindaci lecchesi – è una collaborazione importante tra enti e organizzazioni impegnate sui temi del lavoro e l’inizio di un impegno collettivo e continuativo di vicinanza e attenzione alle persone e alle famiglie che rischiano di restare ai margini a causa della perdita del lavoro". "Il Fondo Aiutiamoci nel lavoro – conclude Agostoni – punta sulla coesione sociale per contrastare il pericolo di ulteriori frammentazioni delle comunità territoriali". In Lombardia l’unica iniziativa simile era stata, negli anni della crisi del 2008, il fondo creato dalla Diocesi di Milano. Ma nessuna istituzione pubblica locale era riuscita a organizzare finora nulla di simile.