Casatenovo, operaio morto: i sogni di Gianluca uccisi dal lavoro

Una pressa stronca la vita di un operaio sposato da un anno

Gianluca Giovinazzo

Gianluca Giovinazzo

Centroquattro vittime, ben più delle diciassette della strage di Piazza Fontana, più anche degli 85 che persero la vita alla stazione di Bologna nel 1980. Ecco il tributo di sangue che la Lombardia, prima regione produttiva d’Italia, ha versato dall’inizio dell’anno sui posti di lavoro. Cantieri, fabbriche, aziende agricole. Un dato in crescita rispetto al già poco rincuorante 2018. Non sono passate 24 ore dalla morte di quattro indiani, due dei quali titolari dell’impresa dove è avvenuto l’incidente, nelle campagne di Pavia e già l’attenzione si sposta nel Lecchese. Qui Gianluca Giovinazzo, una moglie, una casa nuova per cui sottoscrivere il mutuo e il progetto di un figlio, è morto ucciso da un macchinario che usava ogni giorno. In questa provincia sono tre le vittime registrate dall’inizio di marzo.

Casatenovo (Lecco), 14 settembre 2019 - Gianluca Giovinazzo aveva compiuto 38 anni solo da pochi giorni, il 30 agosto, mentre il mese prima, il 21 luglio, aveva festeggiato il primo anniversario di matrimonio con la sua Serena, di 12 anni più giovane. Ieri pomeriggio invece avrebbe dovuto firmare il rogito per comperare una nuova casa, più grande e più bella, con una cameretta anche per il figlio che lui e sua moglie desideravano tanto. All’appuntamento con il notaio però Gianluca, Belva come lo soprannominavano gli amici, non si presenterà mai, né diventerà mai papà: ieri mattina all’alba delle 6.30 è morto, schiacciato da una pressa all’interno della Bricon, un mattatoio di conigli di via Madonnina di Rogoredo di Casatenovo. Il trentottenne, nato e cresciuto in paese, che lavorava nell’allevamento di animali destinati alla macellazione fin da adolescente, aveva appena cominciato il proprio turno e stava effettuando il primo carico di pelli di conigli all’interno di un macchinario per schiacciarle.

Dal pistone idraulico si è però staccata all’improvviso una piastra metallica che è piombata addosso a Gianluca, violentemente colpito alla testa. Sul posto sono subito intervenuti i sanitari del 118 e dell’eliambulanza di Como, i volontari della Croce bianca e i vigili del fuoco di Merate. Un intervento purtroppo inutile: Gianluca era già morto. Sono stati mobilitati pure i carabinieri della compagnia di Merate e gli ispettori dell’Ats della Brianza, che hanno accompagnato il magistrato di turno in un primo sopralluogo che ha voluto compiere di persona insieme all’anatomopatologo. Sull'ennesima morte bianca, la terza in provincia da marzo, è stata aperta un’inchiesta. Dai primi accertamenti, terminati nel pomeriggio dopo parecchie ore, risulterebbe che l’infortunio letale dipenda da un difetto della pressa, con il cedimento imprevedibile della placca in ferro saldata ad essa. Una versione che dovrà trovare la conferma di tutti i rilievi tecnici che saranno condotti sul macchinario. «In attesa che vengano chiariti le cause di quanto accaduto, denunciamo con forza la poca attenzione presente all’interno delle aziende su un tema così importante come quello della sicurezza», esprimono in una nota congiunta i sindacalisti di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil.