La cartolina compie 150 anni, il collezionista: "Ne ho più di mezzo milione"

Lecco, Fumagalli è invalido civile: "Ognuna è un regalo, viaggio grazie a loro"

Alessio Fumagalli

Alessio Fumagalli

Lecco, 1 ottobre 2019 -  Alessio Fumagalli, 61 anni di Santa Maria Hoè, paese della Brianza lecchese, è tra i più grandi collezionisti di cartoline al mondo con i suoi 558.416 «pezzi». 

Che senso hanno nell’era social le cartoline? «Sono molto importanti, rappresentano una testimonianza di affetto e amicizia. Mandare una cartolina implica sceglierla, scriverla e imbucarla, richiede tempo da dedicare agli altri. Inoltre sono un segno duraturo, soprattutto in quest’epoca, dove le foto e i messaggi scambiati via Whatsapp e le altre chat resistono solo qualche ora. Per questo credo andrebbero rivalutate e noi tutti dovremmo ricominciare a spedirle».

Da dove provengono le sue cartoline? «Quando ho chiesto aiuto per cercare di stabilire il nuovo record mondiale mi arrivavano soprattutto dall’Italia: ne ho almeno una da quasi tutti gli 8mila paesi italiani. Poi anche dall’estero, tanto che in breve tempo ne ho raccolte da tutti i 200 e passa Stati dei 5 continenti».

In quali Paesi si spediscono ancora cartoline? «Soprattutto nei Pesi latini, come la Spagna e il Sudamerica, dove la pratica di spedirle o comperarle per fortuna resiste».

Che tipi di cartoline colleziona? «Di tutti i tipi e formati. Ne ho di sughero, in legno, in plastica, in alluminio, anche in cristallo».

Perché colleziona cartoline? «Mi piacerebbe viaggiare, ma non ho mai mai avuto modo di spostarmi molto perché sono invalido civile. Fin da piccolo ho così chiesto a parenti, amici e conoscenti di spedirmi o portami cartoline di posti dove io non sarei mai andato. In fondo ricevere una cartolina è come ricevere un piccolo angolo di mondo».

Quali sono le sue cartoline più belle? «Quelle che mi ha voluto regalare una signora di novant’anni di quando lei era giovane. Me le ha volute dare perché è sicura che non le butterò mai e le custodirò come un tesoro, perché per me sono veramente un tesoro».