Chiamato a deporre su una rapina di 9 anni fa: "Cosa volete che mi ricordi?"

Le dichiarazioni del teste al processo su un fatto del 2013, quando due persone persone fecero irruzione in un locale di Calolziocorte facendosi consegnare i contanti in cassa

Il palazzo di giustizia di Lecco

Il palazzo di giustizia di Lecco

Lecco - "Sono passati nove anni da quella rapina e mi chiedo perché mi avete chiamato qui oggi. Cosa volete che mi ricordi di quell’episodio". Così si è espresso il primo teste chiamato a deporre sulla rapina avvenuta in un locale di Calolziocorte la sera dell’11 aprile 2013.

Il presidente del Collegio giudicante Bianca Maria Bianchi ha stroncato sul nascere la vena polemica del teste, padre della vittima della rapina, e ha chiesto di ricostruire i fatti. Due persone, volto coperto da passamontagna, sono entrati nel locale minacciando con una pistola giocattolo il titolare del locale e si sono fatti consegnare i contanti in cassa.

Il fascicolo sulla rapina – da quanto si è appreso – ha fatto spola tra la Procura di Bergamo (essendo Calolziocorte sotto la giurisdizione orobica) e quella di Lecco. A processo sono finiti due giovani, la posizione di uno è stata stralciata, e come imputato è rimasto Michele Schettini, nipote di uno dei personaggi prima legati al clan Coco, poi collaboratore di giustizia. Il processo che si è aperto oggi è stato aggiornato al 22 dicembre per sentire altri testi, ma dietro l’angolo c’è la prescrizione.