"Bisogna sempre passare da quelli di Lecco"

Uno dei dodici arrestati nella maxi operazione aveva provato a fare estorsioni usando il nome dei Trovato e c’erano state tensioni

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A Lecco "non c’è più nessuno", sono tutti o quasi in carcere, a partire dal padrino Franco Coco Trovato che, a 73 anni, sta scontando l’ergastolo al 41 bis dal 1992, fino a “zio Mario“, il fratello minore 71enne anche lui in prigione dal 2014. A sostenere che tanto "lì non c’è più nessuno" è il 37enne di Mariano Comense Luca Vacca, uno dei 22 finiti in manette nella maxi operazione portata a termine settimana scorsa dai carabinieri di Monza e di Cantù, coordinati dai magistrati della Dda di Milano. Ma anche se "lì non c’è più nessuno" i Trovato e "zio Mario di Lecco" fanno tuttavia ancora paura, tanto da essere evocati a loro insaputa per costringere i proprietari della discoteca Made di Como e di una pizzeria a pagare. Essere tirati in ballo però non piace affatto a "quelli di Lecco". Certamente non piace a Saverio Gentile, 39enne (non risulta indagato) originario della provincia di Catanzaro che abita a Civate che, secondo gli investigatori, è "legato al clan Trovato", il quale teme che "certe cose" portino gli "sbirri a rompere il cul... a noi che neanche sapevano niente".

L’utilizzo del cognome dei Trovato avrebbe inoltre fatto perdere "130mila euro a qualcuno di loro", perché "comunque avete fatto il pizzo a nome di Mario". Inoltre sebbene "lì non c’è più nessuno" per compiere "certe cose", in alcune zone bisogna sempre passare per "quelli di Lecco", accordarsi con loro e chiedere il permesso, mentre i disguidi devono essere chiariti con il 37enne Giacomo Trovato, figlio di "zio Mario", perché una volta parlato con lui "punto, stop, non si deve parlare più con nessuno". E il posto per chiarire la faccenda è il ristorante Coconut, di Eupilio, gestito dai fratelli Giuseppe e Rocco Crivaro, di 52 anni il primo e di 49 il secondo, uniti non solo dal vincolo dello stesso sangue, ma anche perché entrambi hanno precedenti di polizia per stupefacenti, fabbricazione di materie esplodenti, associazione per delinquere di tipo mafioso, come riportano gli atti.