Neonato morto a Ballabio, chiesti altri esami per il giallo di Liam

I legali dei genitori chiedono accertamenti per fugare i dubbi sulla morte

L'ospedale di Lecco

L'ospedale di Lecco

Lecco, 23 maggio 2018 - Un bimbo che non c’è più e troppi dubbi inquietanti che ancora aleggiano attorno a una delle vicende più spinose e dolorose del territorio. A distanza di quasi due anni la morte del piccolo Liam, volato via a soli ventotto giorni di vita il 15 ottobre 2015, non ha ancora una risposta. E così il dolore che quella tragedia si porta con sè sembra doversi reiterare senza fine da quella maledetta mattina quando il piccolo smise di respirare sull’ambulanza che lo conduceva dalla sua casa di Ballabio, dove viveva con i genitori e la sorella più grande, all’ospedale di Lecco.

Morte per soffocamento meccanico stabilirà il pool di esperti incaricato dal tribunale di stabilire le cause del decesso. Assolutamente incerte e mai provate invece le cause che lo avrebbero provocato tanto che per ben due volte il titolare dell’inchiesta, il pm Cinzia Cittero (nella foto), ha chiesto l’archiviazione non ravvisando penali responsabilità né per i medici del Manzoni che avevano visitato il piccolo in due diverse occasioni (e nel frattempo già usciti dal fascicolo), né dei genitori.  Di tutt’altro avviso il giudice delle indagini preliminari Paolo Salvatore che dopo aver disposto nuove indagini, a inizio febbraio aveva chiesto l’imputazione coatta nei confronti di mamma e papà ritenendo ci fossero elementi da chiarire in istruttoria. Il Gip aveva così restituito gli atti al sostituto per la formulazione di un capo d’imputazione nei loro confronti: omicidio appunto.

Ieri mattina, in udienza preliminare la richiesta di incidente probatorio formulata al giudice Massimo Mercaldo dai legali dei genitori. Gli avvocati Luisa Bordeaux e Marco Sangalli hanno chiesto la possibilità di procedere, con incidente probatorio, a ulteriori accertamenti sul corpicino per dipanare definitivamente i dubbi sulla morte del piccolo Liam. Il giudice Mercaldo si è preso qualche giorno per esprimersi su questa nuova richiesta avanzata dalla difesa, mentre è già stata fissata per il 17 luglio la prossima udienza in aula. Il che già stride con gli intendimenti espressi dalla Procura nei mesi scorsi.