Berna e Pasquetto, il sorriso di chi sogna

Il mondo della montagna resta senza fiato per la scomparsa dell’aspirante guida varesina sul Bianco dopo quella del ragno in primavera . .

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di Federico Magni

Il Cerro Torre, la montagna delle montagne, li stava aspettando. Sarebbero tornati insieme, ancora una volta in cordata con Matteo Della Bordella, per tentare di scalare il mega diedro sulla parete est e scrivere un’altra bella pagina nella storia dell’alpinismo. Invece Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto non ci sono più. Scuote il mondo della montagna la scomparsa dello scalatore varesino precipitato venerdì mentre scendeva dalle Jorasses dopo aver aperto una nuova via. Un altro drammatico incidente che lascia ancora più confusi, soprattutto dopo la scomparsa in primavera del Berna, Matteo Bernasconi, il ragno travolto da una valanga mentre faceva scialpinismo sulle Orobie valtellinesi. Succede in un anno davvero strano, in cui alpinisti professionisti come loro sarebbero dovuti essere in giro per il mondo a tentare pareti inviolate e invece, a causa del covid, sono stati costretti a spostare la loro fantasia sulle montagne di casa. Osservando le fotografie dell’ultima stagione in Patagonia quei sorrisi intensi immortalati sulle vette più celebri ora lasciano senza fiato. È la felicità di chi ha il coraggio di inseguire i propri sogni e ogni tanto riesce anche a realizzarli.

Lo sa bene Matteo della Bordella che ha conosciuto quel sentimento tante volte, proprio nella terra che ai Ragni ha donato molto e proprio in cordata con Bernasconi e Pasquetto. Nel febbraio di quest’anno, mentre si attendevano notizie dalla parete Est del Cerro Torre che per il secondo anno consecutivo era l’obiettivo della spedizione, il Berna, Matteo della Bordella e Matteo Pasquetto, i “Los Mateos“, così era stata battezzata la cordata dall’altra parte del mondo, stavano invece aprendo una nuova via di seicento metri sul versante Nord dell’Aguja Standhardt che hanno battezzato il “Dado è tratto”. Un bel capolavoro riconosciuto anche dalla comunità alpinistica internazionale. La soddisfazione per quel risultato è impressa in una bellissima foto di vetta in cui i tre alpinisti esultano, sorridenti, con alle spalle i celebri funghi di ghiaccio della Torre Egger e del Cerro Torre. Solo qualche giorno dopo un’altra fotografia rimbalzava sui social e sempre con il sorriso dei Los Mateos in primo piano. Quella volta si trovavano sulla vetta della Poincenot dopo essere riusciti a salire in libera la via “40esimo Gruppo Ragni“ sulla parete Nord Ovest. Un bell’omaggio alla storia del gruppo. La scomparsa del Berna e di Matteo Pasquetto non spegne il ricordo di quei sorrisi. Le loro vie lo raccontano e li ricorderanno per sempre.