Barzanò, "San Vito sono io in quel quadro"

Natale Mauri, ora 85enne, si è riconosciuto nel quadro di Livio Cazzaniga rimesso nella parrocchiale.

Natale Mauri, 85 anni

Natale Mauri, 85 anni.

Barzanò (Lecco), 7 gennaio 2019 - San Vito ritratto nel quadro della chiesa parrocchiale di Barzanò non è altro che un giovane Natale Mauri, ora 85enne. Nel 1945, quando di anni ne aveva appena 12, il pittore locale all’epoca ventenne Livio Cazzaniga, poi diventato un artista quotato e famoso, lo scelse come modello per realizzare il dipinto del patrono del paese. Era da tempo che Natale Mauri, Natalino per tutti, non poteva ammirare quell’opera che lo raffigurava, spostata altrove e poi restaurata. Di recenteperò l’attuale prevosto l’ha ricollocata al posto d’onore che merita, nella navata di destra della prepositurale. Lui non lo sapeva, quando uno dei suoi quattro figli nei giorni scorsi lo ha accompagnato a messa e ha avuto così modo di rivedersi da ragazzino, nei panni del patrono, mentre accarezza la testa di un leone, circondato da angeli, l’emozione che ha provato è stata immensa. «L’autore del quadro per realizzarlo utilizzò come modelli giovani e persone del paese – racconta e ricorda l’anziano, che ha sempre custodito per sé la storia di cui è protagonista -. Per San Vito volle me. Dopo la scuola mi recavo da lui e rimanevo fermo nella posizione che mi indicava, fissando un oggetto posto in alto. Per gli angeli invece aveva a disposizione delle fotografie di bambini barzanesi più piccoli».

Tra le varie «comparse» dovrebbe esserci anche don Arnaldo Corbretta, sacerdote originario del paese di un anno più grande ordinato prete a Genova: «Purtroppo non saprei individuarlo né riesco a riconoscere chi siano gli altri, è passato parecchio», si giustifica Natalino, brianzolo di generazioni, molto conosciuto anche perché è stato a lungo sagrestano volontario. Nel 1982, quando era appena andato in pensione, il curato d’allora stava cercando un uomo di buona volontà disposto a svolgere gratuitamente il ruolo di sagrestano e ad offrirsi, su suggerimento anche della sua compianta moglie mancata lo scorso luglio, fu proprio lui, nonostante l’impegno gravoso che ha onorato per tre decenni fino ad un lustro fa, senza badare a domeniche e feste comandate, anteponendo la cura per la liturgia a tutto e tutti, come testimoniato dalle centinaia di foto di battesimi, prime Comunioni, Cresime, matrimoni, visite di vescovi e cardinali e solenni celebrazioni in cui è stato immortalato, nonostante cercasse di nascondersi e non apparire mai. «Quel che se fa, el la sa dumà ul Signur», ripete infatti spesso: «Quello che si fa, lo sa solo il Signore». La sua immagine più bella e cara rimane e rimarrà sempre però sempre quella del «suo quadro», come ama definirlo, quello di San Vito, che non è altro che lui.