Barzago, il ritorno di Alvin commuove il paese

Sorride e abbraccia tutti il bimbo strappato all'inferno siriano dopo cinque anni. Per lui un lento percorso per cercare di farlo tornare alla normalità

L'arrivo di Alvin in paese

L'arrivo di Alvin in paese

Barzago (Lecco), 10 novembre 2019 - Non sta fermo un momento, nonostante il tallone ferito e gonfio Alvin corre da una parte all’altra di casa su a Barzago da dove mancava da 5 anni, da quando la madre nel dicembre 2014, quando era solo un bambino che avava appena cominciato la prima elementare, lo ha rapito per trascinarlo con sé nel Califfato e offrirlo in pegno ai tagliagole neri. Passa dal divano in soggiorno alle sedie in cucina e dalle sedie in cucina al letto in camera. 

A tutti quelli che vanno a trovarlo regala un bacio e si getta in braccio come se li conoscesse da sempre o non fosse mai stato costretto ad allontanarsi da loro. Riesce a stare fermo solo quando gioca alla Playstation che gli è stata regalata. Parla appena l’arabo che sa anche leggere e scrivere perché gli è stato insegnato alla scuola coranica dai miliziani di Daesh, comprende un poco l’albanese mentre non capisce per nulla l’italiano che ha completamente dimenticato.

Si esprime però con grandi sorrisi che dispensa a chiunque e a gesti con cui tranquillizza tutti con il segno dell’okay e della vittoria con le dita. Papà Afrim e le due sorelle adolescenti più grandi gli fanno scudo e cercano di proteggerlo dai curiosi che lo cercano. Sono arrivati in Brianza tutti i familiari e i parenti dall’Albania per rivederlo e per aiutare il padre rimasto vedovo con tre i figli finalmente di uovo tutti insieme da crescere. Ieri è andato a trovarli anche il sindaco Mirko Ceroli. «Settimana prossima Alvin verrà sottoposto ad una serie di visite e esami per valutare come curare la ferita al piede perché forse potrebbe essere necessario operarlo - riferisce -. Poi con gli assistenti sociali e gli insegnanti dovremo elaborare un percorso scolastico appropriato per consentirgli di recuperare il tempo che ha perso. Credo bisognerà garantirgli pure un sostegno psicologico per elaborare ciò che ha dovuto suo malgrado subire. Nonostante quello che si presume abbia sofferto, pare veramente un ragazzino come tanti, è perfettamente a suo agio».

Nei prossimi giorni, non si sa ancora quando, in paese verrà organizzata una grande festa per accogliere il «campione», come scritto sul lenzuolo affisso al balcone. È stato lo stesso papà a chiederla e vuole invitare tutti per condividere con l’intera comunità che lo ha accolto e sempre sostenuto la gioia del figlio ritrovato.  «Tutti noi vorremmo stargli vicino, sapere quello che ha affrontato, essergli utili, tuttavia ora è meglio lasciarlo tranquillo, permettergli di ambientarsi e di riabituarsi alla sua nuova vita normale - si raccomanda il primo cittadino -. Appena Alvin sarà pronto però lo festeggeremo e lo abbracceremo tutti insieme».