Bancarotta Beco, l'ex legale è colpevole: un anno e 4 mesi

Una condanna per omessi versamenti Iva

 La hall all’ingresso del Palazzo di giustizia

La hall all’ingresso del Palazzo di giustizia

Lecco, 22 maggio 2018 - rappresentante della Beco srl, storica azienda meccanica con sede in via Tonale a Lecco, dichiarata fallita dal tribunale di Lecco nel maggio 2015, è stato condannato per omissione di versamento d’Iva a un anno e 4 mesi. L’accusa era stata avanzata nei confronti di Eliseo Ravasi, legale rappresentante della società fallita tre anni fa con un “buco” di oltre 9 milioni e 572mila euro di passivo. L’attività della Beco srl era stata avviata nel 1986, all’interno di un capannone ottenuto dal frazionamento della ex SAE, storica azienda della città manzoniana.

Il giudice del tribunale di Lecco, Dario Colasanti, aveva dichiarato il fallimento della Beco srl il 19 maggio 2015 e successivamente la Procura di Lecco aveva aperto un fascicolo nei confronti dei tre rappresentanti legali della società, Eliseo Ravasi, Valentino Ghezzi e Filippo Sesana, con l’ipotesi di bancarotta fraudolenta e successivamente sono emersi i mancati versamenti di ritenute d’Iva e contributi. Sulla parte legata ai contributi i tre erano stati assolti perché la cifra, oggetto del procedimento, era inferiore alla soglia di punibilità prevista dalla nuova normativa. Sui mancati versamenti d’Iva, quella in discussione ieri davanti al giudice Salvatore Catalano, la Procura aveva chiesto una condanna a due anni e messo per il solo per Eliseo Ravasi. Durante il dibattimento è emerso che il rappresentante legale della Beco srl si era adoperato per il pagamento delle ritenute e contemporaneamente si era focalizzato sulla cessione del ramo d’azienda attivo, ovvero quello legato alla zincatura che prevedeva anche il passaggio dei 28 dipendenti rimasti in capo alla srl, ma purtroppo l’iniziativa non andò a buon fine.

Presupposto della liquidazione, inoltre, era la vendita dell’immobile di proprietà dell’impresa, dal valore stimato in almeno 11 milioni di euro, bonificato impiegando la forza lavoro della società al fine di renderlo maggiormente appetibile sul mercato del mattone - che già tra il 2010 e il 2013, a quando risalgono i mancati versamenti - stava subendo dei contraccolpi. I dipendenti - è stato ricordato al processo - erano stati messi tutti in cassa integrazione, per evitare di creare altri debiti alla società Beco srl. In merito alla contestazione l’avvocato Malighetti ha chiesto l’assoluzione per Eliseo Ravasi, visto che c’era un cespite che poteva coprire i 654mila euro di omessi versamenti. Il giudice Salvatore Catalano dopo una lunga camera di consiglio ha condannato Eliseo Ravasi a 1 anno e 4 mesi (pena sospesa) e confisca di 654mila euro pari all’omesso versamento, oltre all’interdizione di un anno dai pubblici uffici.