Abbadia, la piccola Fatou non si trova: il suo corpo resta nell’abisso del lago

Le ricerche sono proseguite a oltranza per il quarto giorno La dodicenne annegata è la settima vittima del lago

Abbadia, continuano le ricerche della 12enne

Abbadia, continuano le ricerche della 12enne

Lecco, 31 agosto 2020 - Le ricerche sono proseguite a oltranza anche ieri per il quarto giorno e la quarta notte consecutivi, nonostante il maltempo che ha sferzato tutta la provincia di Lecco, ma il lago sembra proprio non voler restituire Fatou, la dodicenne di Monza originaria del Gambia che giovedì è annegata a pochi metri dalla riva di Abbadia Lariana alla spiaggia libera della Poncia vicino al lido del Parco Ulisse Guzzi. I vigili del fuoco specializzati nel soccorso in acqua del comando provinciale e i pompieri del Nucleo sommozzatori di Milano si sono fermati solo per qualche ora giusto per rifocillarsi e riposare un poco e quando le condizioni meteorologiche li hanno obbligati a fermarsi per ragioni di sicurezza, per il resto hanno continuato imperterriti a immergersi e perlustrare la superficie del Lario sfidando freddo, temporali e buio. 

Secondo gli esperti il corpicino della ragazzina sta continuando ad affondare lentamente, trascinato inesorabilmente sempre più giù negli abissi che in alcuni punti in quel tratto di ramo lecchese superano anche i 150 metri di profondità dal suo stesso peso oltre che dalle correnti che lo stanno trasportando chissà dove, rendendo le operazioni più difficili. Fatou è la settima vittima del lago di Como di quest’estate nera.

«La situazione è drammatica per l’elevato afflusso di turisti – spiega Alberto Guglielmo, responsabile degli Opsa della Croce rossa lecchese, gli operatori polivalenti del soccorso in acqua -. Le tragedie si sono verificate vicino a riva. Il lago non degrada come se fosse un mare, ci si può trovare in zona con l’acqua alta 50 centimetri che poi all’improvviso scende anche di 10 metri cogliendo alla sprovvista. Persone non esperte e che non hanno buona acquaticità sono sempre a rischio. Quando manca la terra sotto i piedi se non si sa nuotare si va subito a fondo. Molti parlano di mulinelli e di correnti, ma non ci sono. Si possono sperimentare fenomeni di choc termico ma quasi tutti gli annegamenti sono dovuti al fatto che le vittime non sanno nuotare bene eppure si avventurano lo stesso in acqua».