Badante assolta "C’era l’assenso dell’assistita"

Il giudice Barazzetta ha motivato la sentenza sui 500mila euro spesi

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C’era il consenso della persona che accudiva e per questo l’imputata va assolta. E’ così riassunta dal giudice monocratico, Giulia Barazzetta, la motivazione dell’assoluzione di Nadia Mellera, badante della professoressa Rosa Ghigo, già docente all’Università di Milano con casa a Mandello del Lario. La badante, assistita dall’avvocato Roberto Bardoni, era accusata di circonvenzione di incapace, per la sottoscrizione di una polizza assicurativa, e indebito utilizzo della tessera bancomat per un ammontare complessivo superiore ai 500mila euro. Il tutto era iniziato con due denunce - il 22 dicembre 2015 e il 15 luglio 2017 - ai carabinieri della stazione di Mandello Lario, ma durante la deposizione al processo la stessa professoressa Ghigo ha avanzato dubbi sulle denunce. Nelle 24 pagine di motivazioni il giudice Barazzetta scrive: "Si ritiene che la diagnosi di Alzheimer e disturbo neurocognitivo maggiore-demenza di grado moderato svolta dal consulente della Procura – dottor Giunta – sia da ritenersi errata. Tale diagnosi venne effettuata forse in modo eccessivamente affrettato e superficiale in quanto si fonda in larga parte su un test rapido". Secondo il giudice la professoressa Ghigo, al momento della testimonianza, era "capace di intendere e volere ed autodeterminarsi, anche sotto il profilo economico". Il giudice ha assolto "per insussistenza del fatto" la badante. Angelo Panzeri