Baby Gang, trapper pericolo pubblico: guadagna visibilità con i reati

Il primo arresto risale a quando aveva 12 anni poi un susseguirsi di rapine, atti violenti e Daspo da Milano, Riccione, le località della Riviera e Lecco

Il rapper BabyGang

Il rapper BabyGang

di Daniele De Salvo

"Fermi tutti, questa è una rapina. Alla tua pussy stacco collanina. Al tuo amico grosso lo metto in ginocchio. Non fa più il grosso davanti a un mitra". Non è solo il testo di una delle sue ultime canzoni, la rapina l’ha compiuta veramente, anzi le rapine, perché Baby Gang, al secolo Zaccaria Mouhib, trapper di 21 anni di padre egiziano e madre marocchina originario di Lecco che risiede in provincia di Sondrio, è accusato di averne messe a segno almeno quattro. Senza "passamontagna" e non per "magna’" né "pagare la bolletta", come invece recitano le strofe dei suoi testi: le ha fatte a volto scoperto e per puro divertimento, chi ha mezzo milione di follower e 11 milioni di visualizzazioni non ha bisogno di rubare soldi, collanine, auricolari, auto. Proprio per questo "profilo di pericolosità sociale" l’altra sera è stato arrestato. Di nuovo, dopo essere già stato al "Beccaria, San Vittore, Opera, Bollate" e sempre per lo stesso motivo, perché Baby Gang - "baby" perché ha cominciato da piccolo a combinarle grosse e "gang" perché pensavano fosse a capo di una baby gang mentre era da solo - "lo buttano in gabbia pensando che il ragazzo cambia, ma esce, fra’, con più rabbia". Un’infanzia la sua più in casa famiglia che in casa della sua famiglia, che ha lasciato all’età di 10 anni per finire prima in strada o a dormire sui vagoni dei treni abbandonati e poi in comunità di recupero, riformatori e in prigioni. Il primo furto e anche il primo arresto risale a quando aveva 12 anni, a Torino: "da quel momento è stato un dentro e fuori, ogni estate l’ho passata o in galera o in comunità – racconta -. A Rimini, a Bologna, nelle Marche, a Brescia... pensando che mi cambiavano invece non mi hanno cambiato perché la galera non serve a nulla". La musica avrebbe dovuto salvarlo, anzi lui sostiene che l’abbia salvato, invece lo ha inguaiato di più: nel 2020 la denuncia per istigazione a delinquere perché per girare i suoi videoclip ha invaso Lecco imbracciando pistole e kalashnikov stile narcos, ad aprile 2021 la guerriglia urbana in zona San Siro, le accuse di porto abusivo di armi, vilipendio, la messa al bando con una sfilza di daspo da Milano, Riccione, le località della Riviera, la sua Lecco, settimana scorsa la richiesta del questore di Sondrio di riconoscerlo come un "pericolo pubblico" e mercoledì ancora le manette. "È un gioco che sto giocando", minimizza lui. E che forse sta vincendo, poiché più si parla di lui più i download dei suoi video e i suoi incassi aumentano, anche e soprattutto quando lo arrestano. Il suo album, uscito l’agosto scorso, si chiama “Delinquente“ e la canzone “Ma Chérie” ha già incassato quasi 10 milioni di ascolti su Spotify.