Autovelox in Super 36: "Strada da terzo mondo e Anas ci chiede il conto"

Da più parti piovono le critiche come dal segretario della Lega Nord di Oggiono, Giovanni Pasquini

Un autovelox (foto repertorio)

Un autovelox (foto repertorio)

Milano, 30 maggio 2017 - La polemica procede a tutta velocità lungo la Superstrada 36 tra Lecco e Colico dove sono stati posizionati quattro autovelox fissi in tratti in cui il limite di velocità è di 90 chilometri orari. Da più parti piovono le critiche come dal segretario della Lega Nord di Oggiono, Giovanni Pasquini, convinto che dietro ci sia prima di tutto la volontà di fare cassa, insomma l’ennesimo atto «contro i cittadini». Il segretario del Carroccio spiega che «in questo panorama viabilistico desolante, che sarebbe indegno persino di una paese del Terzo mondo, l’unica misura che Anas intraprende con piglio degno di altri tempi qual è? Tassare di nuovo la nostra gente con gli autovelox della vergogna per farci pagare i nostri ponti che avremmo già strapagato con una tassazione criminale come quella imposta ai nostri territori dallo Stato centrale? Quante volte dobbiamo pagare i cavalcavia di Annone e Isella?».

La Super 36, dove ogni giorno transitano mediamente 20mila veicoli con punte vicino ai 40mila nei periodi di ferie, è piena di buche, avvallamenti sulla strada e in alcuni punti appena piove la strada si allaga. C’è dell’altro che non va come gli alberi che coprono completamente alcuni cartelli stradali con indicazioni preziose, così come alcuni arbusti che crescono tra le due carreggiate spingendosi pericolosamente verso la strada. Il primato nella lista delle cose che non vanno se lo meritano però i guard rail. Decine di parti delle preziose protezioni che dovrebbero salvare la vita, per un totale di centinaia di metri lungo tutta la 36, sono in condizioni pessime.

Vari tratti di guard rail sono divelti e mal sorretti da qualche bullone, in alcune parti mancano delle parti che sono sostituite da qualche pezzo di nastro bianco e rosso, in altri punti le parti in ferro sono così disarticolate che un motociclista cadendo potrebbe finire nel lago. Cinicamente va fatto notare che in caso di incidente i danni al guard rail vengono fatturati da Anas alle compagnie assicurative e quindi, almeno in questi casi, i soldi per sistemare in cassa ci dovrebbero essere.