Crollo del cavalcavia di Annone: "Ci sono gravi responsabilità"

"Il ponte non era stato progettato per reggere certi carichi", spiega il procuratore di Lecco nel giorno della chiusura delle indagini a più di due anni dal crollo

Il ponte crollato il 28 ottobre 2016

Il ponte crollato il 28 ottobre 2016

Annone Brianza (Lecco), 25 gennaio 2019 - «Quel ponte ha resistito ben oltre le proprie capacità. Nel 1960 non era stato progettato per reggere certi carichi, così ha cominciato a usurarsi e dopo oltre cinquant’anni, ha ceduto». Nel giorno della chiusura delle indagini sul crollo, il procuratore Angelo Chiappani riassume così la storia del ponte di Annone Brianza sbricolatosi come un grissino nel pomeriggio del 28 ottobre 2016. In quell'istante transitava Claudio Bertini, 68 anni, che alla guida della sua Audi bianca stava tornando da Milano verso casa. A Civate non ci arriverà mai e ora a più di due anni di distanza da quella tragedia da tre salgono a sei gli indagati per omicidio colposo e disastro colposo «in cooperazione, fattispecie che aggrava la posizione dei soggetti coinvolti», tiene a precisare il procuratore che per più di due anni ha cercato di fare luce sulle responsabilità.

Oltre ai tre nomi noti - gli ingegneri Angelo Valsecchi e Andrea Sesana della Provincia di Lecco, e Giovanni Salvatore di Anas - si sono aggiunti due dipendenti della Provincia di Bergamo, Eugenio Ferraris e Silvia Garbelli – che avevano rilasciato il permesso di transito al tir dell’azienda di autotrasporti “Nicoli” al cui passaggio cedette il ponte. «La cosa sconcertante - spiega il procuratore di Lecco - è che quell’autorizzazione demandava alla stessa società di mantenere le accortezze del caso, come se l’autista moldavo dovesse conoscere le strade su cui non avrebbe dovuto passare». E soprattutto non c’era alcun tipo di informazione disponibile in merito. «L’amministrazione provinciale di Lecco non ha mai riportato online i possibili pericoli di transito per i carichi eccezionali oltre le 44 tonnellate». Eppure, secondo quanto ricostruito dalla Procura di Lecco in più di due anni di inchiesta, già «nel 2007 Valsecchi chiede ad Anas di essere in attesa delle prove di tenuta sul ponte di Annone», racconta ancora Chiappani.

Anas risponde al responsabile del settore strade della provincia di Lecco «di vietare il transito ai mezzi oltre le 44 tonnellate ma poi per anni quelle prove di tenuta non vengono mai eseguite». Fino al 2013 quando Anas incarica un consulente esterno, l’ingegner Roberto Torresan (il sesto indagato) di eseguire le verifiche di tenuta sul ponte. E qui siamo a un altro snodo cruciale dell’inchiesta da cui emerge «che il progetto originario del ponte non è mai stato controllato perché noi stessi non siamo riusciti a risalire all’originale». L'ok arriva comunque, il consulente dà il via libera assicurando Anas che il ponte non ha alcun problema. Invece la struttura, costruita con tecniche di mezzo secolo prima, è profondamente compromessa: c’è una crepa che il consulente non vede e che negli anni ha indebolito i cementi armati che già hanno retto fin troppo. ma i carichi eccezionali continuano a transitare, fino a quel maledetto 28 ottobre 2016.