Amianto a Lecco, la strage silenziosa

Il Gruppo Aiuto Mesotelioma: numeri drammatici in provincia

Una manifestazione  del sodalizio che si batte per il diritto alla salute

Una manifestazione del sodalizio che si batte per il diritto alla salute

Lecco, 16 febbraio 2019 - "Il picco di malati di mesotelioma ci sarà fra qualche anno". Ma tuttora i dati nel Lecchese non sono certo tranquillizzanti. Tra il 2000 e il 2017 in provincia di Lecco sono stati registrati ben 187 casi di mesotelioma certo e probabile, malattia causata dell’esposizione all’amianto per la quale non si conosce una cura. Tra il 2012 e il 2015 ci sono stati 64 casi, con un picco raggiunto nel 2015 di ben venti cittadini segnalati nella sola provincia lecchese e che al momento del ricovero hanno avuto una diagnosi di mesotelioma."«Non sono riportate le altre patologie asbesto-correlate e inoltre sappiamo che questi dati sono sottostimati" afferma Cinzia Manzoni, presidente del Gruppo Aiuto Mesotelioma di Lecco, associazione che raccoglie i familiari delle vittime dell’amianto e lotta affinché dal territorio venga completamente rimossa ogni fibra di amianto e quindi prevenuto il rischio che altre persone possano ammalarsi.

"Abbiamo ritenuto necessario diffondere i numeri ufficiali dal Registro Mesoteliomi della Lombardia – prosegue –. Ma soprattutto noi vogliamo pensare ai drammi personali e familiari che si nascondono dietro queste cifre che possono sembrare così impersonali. I dati confermano che la grande maggioranza dei malati di mesotelioma ha respirato l’amianto sul luogo di lavoro. La cosa non ci sorprende: lo sapevamo già dalla nostra esperienza diretta, tanti dei nostri cari che sono scomparsi hanno lavorato in ambienti dove era presente l’amianto".

In Lombardia tra il 2000 e il 2017 sono stati segnalati 11.213 “casi sospetti”. Il numero di casi per i quali la raccolta delle informazioni è stata completata e la valutazione della diagnosi e dell’esposizione è stata portata a termine è di 7.267. Di questi, 5.981 casi sono stati confermati come mesotelioma.

La diagnosi di mesotelioma maligno è stata considerata certa per 4.809 casi (66,2%), probabile per 468 (6,4%) e possibile per 704 (9,7%). È stata riconosciuta un’esposizione di tipo familiare (convivenza con soggetti professionalmente esposti ad amianto) in 93 casi (1,9%), ambientale in 169 casi (3,4%) ed extra-lavorativa (legata ad attività svolte nel tempo libero) in 111 casi (2,2%). L’esposizione ad amianto è risultata essere avvenuta in ambito professionale in 3.233 casi, pari al 64,7%. L’esposizione di 1.324 persone (26,5%) è stata definita come ignota. «Una percentuale decisamente alta – prosegue Manzoni –, analizzando il fatto che per queste persone non vi sono riconosciuti i diritti e quindi non hanno diritto ad alcuna rendita o sostegno economico per affrontare le cure e la malattia stessa».